Noi genitori di Taranto del Comitato Niobe, genitori che hanno perso i loro figli, ci rivolgiamo al Capo della Procura di Taranto, il dott. Carpisto.
La scelta di invitare nel suo ufficio della Procura i vertici di ArcelorMittal, per un incontro istituzionale, riteniamo sia stata davvero inopportuna, se non proprio da definire sbagliata sotto ogni profilo. Mentre in questa città sono saltate tutte le regole che attengono alla legalità assistiamo anche al disorientamento dei ruoli istituzionali quando il Capo di una Procura convoca vertici istituzionali come se fosse il Prefetto e a questo vertice invita anche chi oggi dovrebbe essere indagato dai Pubblici Ministeri della sua stessa Procura, cioè ArcelorMittal.
Siamo per il rispetto dei ruoli, non abbiamo la presunzione di indicare al Capo della Procura della Repubblica di Taranto cosa deve fare e quali azioni deve intraprendere nelle more delle sue competenze e facoltà ma non possiamo rimanere fermi ed in silenzio dopo che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato il nostro Stato perché ha emesso leggi che violano i nostri diritti, non tutelano la nostra salute e soprattutto quelle stesse leggi pongono l’immunità penale ai responsabili dell’azienda, ArcelorMittal, che oggi dialogano nell’ufficio del Capo della Procura.
Sono note e documentate le emissioni non convogliate provocate dallo stabilimento gestito dal mese di novembre 2018 da ArcelorMittal, le abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, le vediamo dalle nostre case e le respiriamo. Abbiamo anche visto e letto i report ufficiali e validati da Arpa Puglia che certificano notevoli aumenti degli inquinanti. In un paese normale, civile e con una Costituzione da rispettare i gestori di questi impianti, oggi, andrebbero indagati e non incontrati in Procura per dialogare in incontri istituzionali. La nostra fiducia, già abbondantemente tradita dalle istituzioni e dalla politica, viene ulteriormente schiaffeggiata a causa di questo incontro improprio che non ha nulla di istituzionale e sarebbe da definire “incostituzionale e non a norma di legge”.
Noi, però, non rimarremo a guardare, non rimarremo in silenzio, non rimarremo fermi, oggi non più, basta. Nel pieno rispetto delle istituzioni e delle donne e degli uomini che con dignità le rappresentano, credendo nell’osservanza della Costituzione e dei Diritti dell’Uomo rappresenteremo immediatamente nelle nostre azioni il dissenso a questo deturpamento istituzionale, a questo eccidio sociale ed a questo annientamento ambientale.