Altra nave detenuta nel porto di Taranto, la seconda a distanza di poco meno di due mesi; dopo il fermo a gennaio di una nave portarinfuse, nel tardo pomeriggio di ieri gli uomini della Guardia Costiera di Taranto – Nucleo Port State Control, retta dal Capitano di Vascello (CP) Giorgio Castronuovo, hanno emanato un provvedimento di fermo a carico di una nave general cargo di 1596 tonnellate di stazza battente bandiera panamense, nell’ambito dell’attività svolta dal Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera a tutela della vita umana in mare e dell’ambiente marino e costiero.
La “detenzione”, effettuata ai sensi dalla Direttiva 2009/16 della Comunità Europea e come recepita dall’ordinamento legislativo italiano con il D. Lgs. 53 del 2011, è stata decisa in quanto la motonave “Denizhan Trio”, a seguito di un’ispezione estesa durata 10 ore, risultava non essere in regola con i requisiti previsti dalle convenzioni internazionali riguardanti la sicurezza della navigazione, per molteplici evidenti non conformità.
A bordo della “Denizhan Trio”, arrivata lunedì dalla Turchia per imbarcare un carico di cemento in sacchi, gli uomini del locale nucleo Port State Control hanno rilevato condizioni operative e di lavoro al di sotto degli standard fissati dalle principali convenzioni internazionali in campo marittimo.
Nel particolare sono state riscontrate un totale di diciotto deficienze, sei delle quali gravi carenze causa del provvedimento di detenzione riguardanti in primis la scarsa preparazione dell’equipaggio che, nel corso delle verifiche condotte, ha evidenziato mancanza di familiarità e dimestichezza in ordine ai rischi del lavoro nelle situazioni di emergenza; inoltre sono state rilevate diverse irregolarità relative alle dotazioni di bordo previste, tra cui un difetto di funzionamento del dispositivo di ammaino del battello di emergenza che in caso di necessità avrebbe reso inutile il suo uso. E’, altresì, emersa una grave deficienza a carico della Compagnia che ne gestisce la sicurezza, una società turca con sede ad Istanbul.
Oltre alle predette circostanze che hanno determinato la decisione di detenere la nave, hanno contribuito anche la mancanza a bordo di documentazione obbligatoriamente prevista e carenze del sistema antincendio e in sala macchine, oltre al fatto che la motonave, con un profilo ad alto rischio, è stata detenuta per ben due volte nel 2016 e una volta nel 2017 nell’area aderente al Paris Memorandum.
Al momento l’unità risulta ferma in porto, in attesa degli accertamenti da parte degli ispettori dell’Amministrazione di bandiera e del Registro di Classifica responsabile del rilascio della certificazione di sicurezza. Solo a seguito dell’eliminazione di tutte le deficienze riscontrate la nave potrà tornare in mare e comunque non prima che abbia dato esito positivo il controllo da parte del personale della Capitaneria, finalizzato a certificare il possesso degli standard di sicurezza e quindi l’idoneità alla navigazione.
Tale attività di controllo si inserisce nella più ampia funzione di salvaguardia della vita umana in mare e dell’ambiente marino, svolta dal Corpo delle Capitanerie di Porto il cui sforzo ispettivo nell’ambito dell’attività di Port State Control è volto ad assicurare che i traffici marittimi siano effettuati nel pieno rispetto di standards sviluppati a garanzia della sicurezza della navigazione.