Durante un’attività straordinaria di controllo paesaggistico-ambientale nelle aree di particolare pregio naturalistico di Martina Franca, caratterizzanti la splendida Valle d’Itria, i militari della locale Stazione Carabinieri Forestale, hanno sorpreso in località “Delfino” quattro lavoratori “in nero” che stavano eseguendo lavori edili in due cantieri. Da ulteriori accertamenti è risultato che le opere in costruzione non erano dotate di autorizzazioni, quindi si trattava di opere abusive. Immediatamente è scattato il sequestro per i due cantieri edili e la denuncia a piede libero all’Autorità Giudiziaria dei proprietari degli immobili, nonché committenti delle opere abusive, che rischiano l’arresto fino a due anni e l’ammenda da 15.493,00 a 51.645,00 euro.
Tali cantieri erano finalizzati alla realizzazione di manufatti edilizi e piazzali in assenza di permesso di costruire, di autorizzazione paesaggistica e di valutazione d’incidenza ambientale, alterando in tal modo le bellezze naturali dei luoghi soggetti alla speciale protezione. Peraltro, erano state realizzate opere in conglomerato cementizio armato in assenza dei prescritti calcoli da depositare al Genio Civile.
Sempre nell’ambito dei predetti controlli, sono stati denunciati a piede libero anche due coniugi, per aver realizzato in area sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale, una piscina di circa 70 mq, dotata di impianto di filtrazione, circondata da pavimentazione in cemento dell’ampiezza di circa 166 mq e un patio di circa 15 mq.
Per quanto concerne i lavoratori irregolari sorpresi sul cantiere, il Nucleo Ispettorato del Lavoro dei Carabinieri di Taranto, al quale è stata trasmessa tutta la documentazione inerente l’accertamento, ha comminato una “maxi sanzione per lavoro nero” al proprietario dell’immobile, nonché committente e datore di lavoro, pari a € 14.400. Lo stesso è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per violazioni di carattere penale di cui al Decreto Legislativo 81/2008 e rischia un’ammenda pari a 48.150 euro per aver violato una serie di obblighi, tra i quali: omessa nomina del medico competente, omessa fornitura dei Dispositivi di Protezione Individuale, omessa informazione e formazione dei lavoratori, assenza del Piano Operativo di Sicurezza.
Infine, poiché tali opere sono state realizzate in un contesto territoriale definito quale area di notevole interesse pubblico dal D.M. 01/08/1985 (cd. “Galassino”) in cui viene sancita la “Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona comprendete la Valle d’Itria sita nei comuni di Martina Franca, Locorotondo, Cisternino e Ostuni” ai sensi del D.lgs. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), gli immobili abusivi non potranno essere nemmeno sanati e dovranno quindi essere demoliti a termini di legge.
Taranto, 13 marzo 2019