Egregio sig. Ministro Luigi Di Maio,
sino ad ora le interlocuzioni con il Suo dicastero hanno avuto contenuto prettamente tecnico, ma so anche che dallo scorso giugno, dopo il tavolo da Lei convocato con 62 associazioni alle quali è stato dato ben un minuto a testa per portare testimonianza, non ha ritenuto di dare risposte a quanti le hanno chiesto dialogo e spiegazioni.
Sono l’assessore all’ambiente e salute del Comune di Taranto, ma oggi Le scrivo da madre, da cittadina sua coetanea che, come Lei, è nata in una terra difficile, stuprata da anni di silenzi e connivenze.
I nostri punti in comune, però, finiscono qui.
Gentile Ministro dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali e vice presidente del consiglio dei ministri nonché capo politico del Movimento 5 Stelle, Lei come avrebbe reagito se qualcuno Le avesse raccontato che la terra dei fuochi è una questione risolta intestandosi il risultato?
Provo a spiegarle come mi sono sentita io quando Lei è venuto a Taranto in campagna elettorale a semplificare la questione ilva a pontificare su riconversione e parchi giochi e, a elezioni stravinte, affermare di aver chiuso la questione in due mesi. Ebbene, ho provato rabbia, sconcerto e frustrazione.
La mia gente non merita di ricevere la beffa dopo aver patito il danno che da sessant’anni ancora paghiamo a caro prezzo in nome dello Stato. E non meritiamo di essere anche sbeffeggiati da chi ora ci rappresenta, rappresenta lo Stato.
Lei non può affermare di aver risolto la questione ILVA nè può affermare come ho letto che si “arrabbia un po’” se qualcuno dice che la questione ILVA non è una promessa mantenuta.
Si arrabbi anche più di un po’, ma lo faccia con chi su quella promessa non mantenuta ha fatto incetta di voti alle ultime politiche. La Sua maggioranza si è affermata grazie a quelle promesse non mantenute. Me li ricordo i Suoi “portavoce” quando dissero che le Sue parole erano state travisate. Me li ricordo mentre provavano a smentire l’impossibilità di chiudere l’ILVA. Erano in un albergo della mia città, lo stesso in cui domenica scorsa, tre su cinque parlamentari eletti, provavano a difendere l’operato del governo davanti ad una platea di elettori delusi, cittadini che in Lei avevano riposto la propria fiducia.
Mi perdoni ma io in quelle parole non ho mai avuto fiducia. Non potevo averne. Avevo letto le carte e no, la chiusura dell’ILVA non era fattibile.
Abbiamo provato più volte a dirlo, ma abbiamo fatto solo la parte dei cattivi, salvo poi aver avuto ragione. Ma la ragione, si sa, non paga se si paventano bacchette magiche che promettono, dopo anni di demagogia, l’impossibile. Come impossibile ho pensato fosse il seguente virgolettato “ho scoperto solo dopo le elezioni che c’era un contratto firmato con Mittal che non era noto prima e che ci vincolava, ma l’abbiamo fatto fruttare” e invece sono proprio Sue parole. Lei è stato in Parlamento negli scorsi 5 anni (2013-2018) e prima di venire a Taranto a parlare di Ilva aveva il dovere di leggere tutte le carte. Come abbiamo fatto noi dall’insediamento datato 29 giugno 2017!
Ma anche qui, tra chi studia accuratamente e chi si improvvisa, vinse l’improvvisazione. I miei concittadini le hanno creduto, hanno creduto in quel Movimento che oggi in consiglio comunale non ha più rappresentanti perché per fortuna esiste chi non mette da parte la coscienza ed è pronta a rinunciare a uno scranno quando ritiene traditi i propri valori e ideali.
Mi dica, Ministro, qual è la promessa mantenuta? In cosa consiste?
Dove sono i controlli sul piano ambientale? Dove sono le misure di ambientalizzazione? A che punto sono le attività di bonifica?
Lo sa che, ancora una volta, è toccato alla magistratura intervenire sulla questione ILVA? Lo sa che sono state sottoposte a sequestro le collinette ecologiche che sono lì da lustri? Lo sa che abbiamo dovuto compulsare la Provincia affinché desse avvio alla procedura ex art. 244? Lo sa che quelle collinette si trovano a ridosso del centro abitato? Conosce i wind days? Lo sa che abbiamo una ordinanza di chiusura parziale delle scuole durante i wind days? Conosce la frustrazione di noi amministratori appena arrivati che hanno dovuto sopperire alla carenza politica e amministrativa di decenni cercando di coniugare salute e diritto allo studio? Conosce la frustrazione di quei genitori? Di taluni di loro non ne condivido i modi, ma sfido chiunque a rimanere impeccabile quando in gioco c’è la vita dei propri figli.
A causa di comportamenti ambigui e promesse elettorali di chi non si è fatto il minimo scrupolo di incendiare animi esasperati, si è finito per incrinare la fiducia nelle istituzioni di questa gente. E questa è l’ennesima cosa che non le perdono perché questa Amministrazione ha avuto un approccio serio alla questione.
Sarebbe stato facile per il Sindaco di Taranto – appena eletto e senza nessuna responsabilità nella faccenda Ilva che viene aggiudicata in piena campagna elettorale quando l’attuale sindaco era un candidato sindaco – mettersi in scia del più bieco populismo e cavalcare la protesta sterile, sciagurata e irresponsabile. Sarebbe stato facile per tutti noi non studiare le carte e fare continue passerelle in città come fanno tutti qui a Taranto.
E invece no, questa Amministrazione ha preferito governare una decisione che ben due governi – quello Gentiloni e poi quello Conte con Lei Ministro Di Maio seduto al tavolo della trattativa – hanno preso.
Tra qualche giorno a Taranto si terrà una fiaccolata in memoria di tutti i bambini vittime di tumore.
Lei ci sarà?
Venga, venga a rispondere a tutte le domande dei cittadini di Taranto.
Siamo circa 200.000 abitanti, non ci consideri semplicemente un punto di PIL.
Francesca Viggiano
Assessore all’ambiente e salute del Comune di Taranto