Erano le 4 quando, rientrando da un viaggio, notavo una cappa impressionante di fumi tossici sulla città di Taranto, di cui allego foto eloquente.
Credetemi, sembrava di entrare nella città dei morti.
Già all’altezza dell’imbocco della rampa che congiunge al Ponte Punta Penna, l’abitacolo della mia auto è stato letteralmente invaso da un odore acre e nauseabondo e da una visione deprimente di quella coltre di fumi bianchi che oscurava persino le stelle.
Ho pensato ai tanti bambini che, mentre noi in auto assistevamo inermi a questo ennesimo spettacolo di morte, dormivano nelle loro case, coccolati dal tepore delle promesse elettorali dei politici nostrani di vigilanza, di controllo, di difesa delle nostre vite da una delle acciaierie più grandi del mondo. Ho pensato che, immersi nel loro sonno, stavano respirando quella maledetta aria a cui oramai sono assuefatti, costruendo silenziosamente il loro/nostro futuro di malattia e di dolore.
Ho pensato poi ad Alcerol Mittal che, nei giorni scorsi del Natale, in perfetta sintonia con le Istituzioni locali, ha regalato a quei bambini una pattinata sul ghiaccio e due lucine nelle vie.
Un silenzio complice sta nuovamente invadendo le aree mediocri della città, a tutti i livelli. Un silenzio complice sta cancellando anni di lotte, anni di processi, anni di avvelenamento.
E tutto questo, in attesa dei famosi poliziotti ambientali annunciati in pompa magna dai grillini locali e nazionali in occasione delle loro recenti campagne elettorali.
Invito i miei concittadini a riflettere sul futuro da dare ai nostri figli e ad avere il coraggio di non perdere la speranza per la quale però dobbiamo continuare a lottare con le unghie e con i denti, sostenendo persone come il prof Alessandro Marescotti che, da anni, si spende per la salvaguardia della salute di tutti noi, nonostante il tentativo diffuso di offuscarne la potenza dei suoi sforzi, delle sue verità, dei suoi documenti shock sulla mortale realtà dell’acciaieria.
Gianluca Lomastro MADE IN TARANTO ®