Quello che sta accadendo all’Arsenale di Taranto è figlio di uno sguardo miope e a stretto raggio che da sempre la classe politico-istituzionale, ma anche la stessa comunità, ha avuto rispetto al futuro economico-produttivo di questo territorio. Pertanto la riunione di oggi, convocata in Comune, speriamo non arrivi tardiva rispetto agli impegni già assunti sul sito di Taranto e che da tempo non si sono trasformati in occasioni vere di consolidamento e rilancio dell’Arsenale di Taranto, specie per gli aspetti che riguardano il personale civile.
Così Patrizia Mignolo segretaria provinciale della Confsal, al termine della riunione convocata questa mattina a Palazzo di Città per fare il punto sulla crisi dell’Arsenale Militare di Taranto e del suo indotto.
Conteremo a breve gli effetti di quota 100 anche sullo stabilimento che fu il vanto dell’Italia del dopoguerra nella nostra città – continua – perché quel capitale di conoscenza e competenza potrebbe decidere di andare in pensione, lasciando sguarniti tutti noi anche di quella memoria che sarebbe occasione di rilancio non solo del sito produttivo ma anche della stessa storia del lavoro nella nostra città.
Pagine che secondo la Mignolo andrebbero riconvertite al più presto in una funzione più attenta e puntuale dell’auspicato Museo che non può essere però la tomba del sito produttivo.
Il Piano Brin, la musealizzazione di una parte di quella storia, le ipotesi di rilancio restano ancora una pagina non interamente scritta rispetto al futuro del sito – dice – mentre assistiamo, sempre più sgomenti, ad un progressivo depauperamento della forza lavoro e delle commesse esterne.
Rispetto alla riunione di oggi la segretaria della Confsal aggiunge: “condividiamo la prospettiva del Sindaco e del presidente di Confindustria – dice – perché non può esserci piano di rilancio senza la ripresa di attività di cantieristica e riparazioni che un tempo futuro vanto della cantieristica navale tarantina”.
Un patrimonio di competenze che rischia di scomparire – continua la Mignolo – anche perché nella difficile stagione del turn over pochi nuovi innesti sono stati realizzati rispetto a quel cartello produttivo (si pensi alla scomparsa della scuola allievi operai – ndr), e nessun progetto di attinenza con l’economia navale del territorio è stato realizzato attraverso la presenza di corsi universitari specifici (ingegneria navale e navalmeccanica in stretta correlazione con gli studi primari già avviati nel territorio – ndr).
Infine la Confsal raccoglie lo stimolo arrivato dall’incontro di oggi, rispetto a un maggiore coinvolgimento della task force per il lavoro della Regione Puglia.
Crediamo che sul tema – conclude Patrizia Mignolo – l’intervento della struttura di missione presieduta da Leo Caroli debba cominciare a lavorare proponendo soluzioni e percorsi di garanzia.
Taranto, 18 febbraio 2019