Con una cerimonia che avrà inizio sabato 9 febbraio alle ore 18, rientra nella chiesa del Carmine di Taranto, dopo essere stato sottoposto a restauro, lo storico simulacro di Gesù Morto la cui realizzazione risale ai primi del ‘700. Si tratta della statua più prestigiosa della famosa processione dei Misteri del Venerdì Santo di Taranto, che, oltre 250 anni fa, è stata donata all’Arciconfraternita del Carmine dalla famiglia nobiliare tarantina dei Calò che ne era proprietaria. Nel laboratorio d’arte (studio e restauro) di Luigi Valerio Jaccarino e Giuseppe Zingaro, di Andria (Bari), il simulacro è stato sottoposto negli ultimi mesi ad una serie di interventi per rimuoverne macchie e incrostazioni del tempo e farne così risaltare l’originale fattura artistica. Il simulacro era partito da Taranto la sera dello scorso 6 dicembre.
La statua di Gesù Morto costituisce, insieme a quella dell’Addolorata, il nucleo fondativo dei Misteri di Taranto. Quest’ultimi vennero introdotti nella città dal nobile tarantino Diego Calò, il quale, nel 1703, fece costruire a Napoli le statue del Gesù Morto e dell’Addolorata. Nel 1765, poi, un altro nobile tarantino, Francesco Antonio Calò, erede e custode della tradizione della processione dei Misteri, donò al Carmine di Taranto le due statue in questione e la prima processione si svolse il Venerdì Santo dell’aprile 1765. Calò attribuì al Carmine anche il compito di organizzare e continuare una tradizione che era cominciata circa un secolo prima. Venerdì Santo del 2015, coinciso con lo stesso giorno del lascito dei Calò, il Carmine ha ricordato il 250esimo anniversario della donazione del Gesù Morto ed ha riportato la processione dei Misteri nella città vecchia di Taranto dopo quasi mezzo secolo di assenza.
Relativamente al programma di sabato sera, alle 18 ci sarà l’ingresso solenne al Carmine del simulacro, che verrà poi benedetto dal padre spirituale dell’Arciconfraternita, mons. Marco Gerardo; alle 18.30 la celebrazione eucaristica e alle 19.30 la relazione del maestro restauratore Valerio Jaccarino sul lavoro compiuto nello studio d’arte di Andria.
Va ricordato inoltre che, per l’Arciconfraternita del Carmine di Taranto, a marzo 2018 Iaccarino e Zingaro avevano completato il restauro di altri due simulacri della processione dei Misteri. Si tratta di Gesù all’Orto e del Crocifisso che presentavano danni dovuti al passare degli anni, agli agenti atmosferici e all’insorgenza di alcuni parassiti. Anche questo restauro è stato deciso per preservare le due statue e riportarle allo splendore originale, considerandole patrimonio non solo del sodalizio religioso, ma della città di Taranto.
I restauratori, peraltro, sono noti anche a livello nazionale avendo curato il ripristino del trono episcopale della famiglia Del Balzo, una delle opere scelte dalla Fondazione Banca Intesa San Paolo per la mostra alla Reggia di Venaria, a Torino, svoltasi dal 28 marzo al 16 settembre 2018. Il trono ducale esposto a Torino, dopo essere stato in precedenza nella Cattedrale di Andria, si trova adesso nel Museo diocesano del centro pugliese. In quell’occasione, la Fondazione Intesa-San Paolo ha finanziato il recupero di 200 opere in tutta Italia esposte nella mostra intitolata “La fragilità della bellezza” nell’ambito della quale è stato possibile ammirare diversi capolavori tra i quali quelli dei celebri artisti Tiziano e Van Dyck.
Comm. Antonello Papalia
Priore