Si è svolto oggi l’incontro tra i vertici di Arcelor Mittal e le organizzazioni sindacali per fare il punto sull’accordo firmato al MiSE il 6 settembre 2018.
L’azienda ha presentato per grandi linee gli avanzamenti del piano ambientale, le sue policy su salute e sicurezza, l’avanzamento delle manutenzioni e il quadro di mercato generale all’interno del quale gli ex-asset del gruppo Ilva operano in Europa.
Dati positivi circa la frequenza degli infortuni che passa da una media del 20% nei mesi gennaio/ottobre dello scorso anno, al 9% degli ultimi due mesi del 2018. Un periodo ancora breve in termini statistici ma comunque positivo anche se resta lunga la strada per centrare la media del gruppo in Europa che è dello 0,9%.
Il mercato a livello Europeo ha registrato delle contrazioni, ancor più accentuate nel territorio Italiano.
Si registra anche un aumento dei prezzi dovuto alla politica dei dazi degli Stati Uniti e all’aumento dell’export da parte della Turchia che attualmente rallenta il consumo interno di acciaio aumentando le esportazioni. La differenza media di prezzo tra nord Europa e Sud Europa, normalmente attestata a 25,00 €, oggi è a 50,00€
Queste condizioni sfavorevoli fanno registrare un rallentamento nella velocità di acquisizione degli ordini di almeno il 30%. Come previsto dall’accordo, si fa fronte alle necessità produttive con l’approvvigionamento dei treni lamiere attraverso l’acquisto di bramme che è stato di 250.000 T nel primo trimestre e per il secondo trimestre è già di 150.000 T. Si registrano difficoltà sulla latta ma la Metallurgia è già al lavoro perché l’obiettivo di produzione previsto non cambia.
Gli avanzamenti del piano ambientale tengono fede alle scadenze e la copertura dei parchi minerari, opera primaria chiesta dal sindacato durante la trattativa, vedrà la sua realizzazione alla fine del 2019 e al 30 aprile vedrà terminata la metà degli archi di copertura. I lavori hanno subito un rallentamento di 2/3 settimane dovute alle richieste di Arcelor-Mittal nei confronti della ditta Cimolai, di norme di tutela dei dipendenti dell’appalto più stringenti.
Sul parco fossile la copertura finirà al 30 maggio 2020.
Sono state portate a termine anche le opere in scadenza il 31 dicembre dello scorso anno ed il tutto si svolge sotto lo stretto controllo di Ispra, Ministero dell’ambiente attraverso le Conferenze dei Servizi.
Sono iniziati interventi massivi di manutenzione sui segmenti (100) che all’ingresso della nuova azienda erano al di sotto dello standard minimo necessario, sono aperti vari cantieri negli impianti di produzione che vedono anche il rifacimento dei forni di riscaldo bramme.
Interventi manutentivi importanti sono previsti anche sui porti, nei siti del gruppo, sulle gru e sui locomotori, da troppi anni privi della necessaria manutenzione.
Il piano occupazionale vede oggi assunti 10.287 a fronte dei 10.380 (con contratto metalmeccanico) con un delta rispetto all’accordo di 62 persone ancora da assumere e la presenza di 2075 lavoratori in Cigs che non hanno aderito al piano di esodo e saranno beneficiari della garanzia di fine piano.
Come Fim riteniamo positivo lo stato dell’arte dal punto di vista degli obiettivi in materia di ambiente e sicurezza, bisognerà ancora proseguire con la realizzazione del piano industriale di cui potremo essere pienamente soddisfatti quando ci sarà la ripartenza di tutti gli impianti. Per quel che riguarda l’occupazione ribadiamo l’importanza della garanzia di fine piano per tutti coloro che ancora non hanno ricevuto l’offerta da parte di Arcelor.
Abbiamo ribadito la necessità che all’aumento dei volumi produttivi, corrisponda l’aumento di adeguati organici e che non si debba ricorrere come successo in passato all’utilizzo dello straordinario per far fronte alle necessità industriali.
Continueremo a chiedere all’azienda aggiornamenti continui sull’avanzamento delle opere previste nel piano ambientale perché il punto di inizio dell’era Arcelor-Mittal sancita con l’accordo del 6 settembre 2018 prosegua con l’obiettivo primario di ridurre al minimo l’impatto della produzione e renderla ecocompatibile.
Roma, 30 gennaio 2019