Da domani il Tubificio Erw parte con cinque turni per una settimana, al fine di dar vita all’attività di riempimento accumulatore. Finalmente un segnale di speranza per il lavoro utile a dimostrare che anche i tubifici sono nell’interesse del Gruppo Arcelor Mittal che ha fissato per febbraio la partenza definitiva di questo importante impianto.
Negli ultimi sei anni Ilva aveva perso commesse importanti, tra queste quella per il gasdotto Tap, pari a un controvalore di 450 milioni di euro per 520 mila tonnellate di tubi.
Le nostre pressioni, attraverso i ripetuti solleciti inviati a più livelli, stanno scaturendo gli effetti sperati. I nostri appelli, alla fine, iniziano ad essere ascoltati.
I tubifici tarantini, ora in Arcelor Mittal, hanno sempre rappresentato un’eccellenza in Italia per quanto riguarda la produzione dei tubi, pertanto l’inserimento degli impianti di ex Ilva all’interno del sistema europeo di AM Investco è assolutamente strategico, complementare e non comporta sovrapposizioni che potrebbero innescare riorganizzazioni.
Con la ripartenza del Tubificio Erw ci si auspica che si possa dar vita ad una crescita significativa del mercato per il 2019 che possa far ripartire i rimanenti impianti ancora fermi dell’area tubifici e il pieno regime di quelli in produzione parziale così come riportato nel piano industriale, garantendo la salvaguardia dei livelli occupazionali, nel rispetto delle direttive in materia ambientale. Crescita che deve passare attraverso tre fattori importanti per il territorio: innovazione, digitalizzazione, ricerca e sviluppo.
Elementi che domani mattina come Fim Cisl, insieme alle altre organizzazioni sindacali, verificheremo nel confronto con i vertici dell’azienda Arcelor Mittal. Al tavolo che si terrà nella sede romana di Confindustria si farà il punto sul rispetto dell’accordo siglato al Mise il 6 settembre scorso, ma anche sul piano industriale e ambientale. Spingeremo in particolare su alcuni elementi significativi, come per il processo di ricollocazione di manodopera che deve essere monitorato e condiviso e l’avanzamento del piano ambientale, punto cardine che tiene insieme tutti gli aspetti dell’accordo di cessione di Ilva.
Taranto, 29 gennaio 2019