Il nuovo corso dello stabilimento siderurgico di Taranto, ora nelle mani di Arcelor Mittal, lasciava prefigurare novità importanti anche e soprattutto in tema di relazioni industriali. Premesso che tutti gli interventi programmati in materia di abbattimento delle emissioni inquinanti dovranno essere realizzati nei tempi previsti, è sul rapporto tra la fabbrica, in particolare tra i suoi vertici, e la città, che da più parti si attendeva un significativo cambio di rotta rispetto al passato. Alcune dichiarazioni ufficiali da parte del nuovo management legittimavano un certo ottimismo.
A quanto ci è dato sapere, di questa auspicata inversione di tendenza non vi è però traccia. La responsabilità sociale delle imprese è concetto assai conosciuto in altre realtà ma poco praticato nel nostro territorio. Arcelor Mittal aveva manifestato l’intenzione di dialogare con la città e i suoi rappresentanti istituzionali. Ma il dialogo, per essere credibile, deve comportare anche l’assunzione di precise responsabilità rispetto a determinate questioni. Noi crediamo, per esempio, che un grande gruppo industriale abbia il dovere di aiutare la comunità nella quale opera attraverso azioni mirate e investimenti tesi a creare nuove opportunità di sviluppo e di crescita culturale. Per fare qualche esempio: incentivare la nascita di nuove realtà imprenditoriali, soprattutto se avviate dai giovani; sostenere la pratica sportiva coinvolgendo il maggior numero di discipline e di società operanti in questo settore; destinare delle borse di studio in favore degli studenti tarantini che si sono distinti per i risultati raggiunti nel percorso scolastico e universitario. E ancora: prendersi cura degli spazi pubblici, per esempio progettando e realizzando interventi di recupero e valorizzazione di piazze, parchi e giardini.
Il tempo per correggere il tiro non manca. D’altro canto, il Comune di Taranto, al pari degli altri interlocutori istituzionali del territorio, è chiamato a sollecitare l’esercizio di una interlocuzione virtuosa con i gruppi industriali che operano in riva allo Jonio.
E’ interesse di tutti, a partire dai cittadini, che non si ripetano gli errori del passato. Taranto non può essere solo il luogo in cui produrre acciaio e profitti. Quando si parla di creare ricchezza, infatti, ci si riferisce ad un concetto che va ben oltre l’erogazione di stipendi, aspetto comunque rilevante. Creare ricchezza significa non mortificare la dignità dei tarantini ma operare affinché vengano superate le criticità ambientali; significa attivarsi affinché nuove opportunità di sviluppo sostenibile possano vedere presto la luce.
Creare ricchezza significa, in una battuta, sentirsi corresponsabili del destino di una comunità.
Taranto,29 gennaio 2019 Piero Bitetti
Consigliere comunale e provinciale