Siamo di fronte ad una sospensiva di fatto che lascia nell’insicurezza e nello sgomento tutti i lavoratori dell’ex terminalista al porto di Taranto. 500 lavoratori ex TCT, tra cui i nostri iscritti, temono che le lungaggini di un ricorso amministrativo possano far svanire le loro speranze e per questo chiediamo di fare presto.
Così il segretario territoriale dello SNALV Confsal Salvatore Mattia, che in una nota esprime amarezza e preoccupazione per l’ennesimo rinvio richiesto dal consorzio SET (ricorrente) ed accolto dal TAR di Puglia, relativamente alle procedure per l’affidamento definitivo dell’area del molo polisettoriale del Porto di Taranto alla multinazionale turca Yilport.
Siamo al terzo rinvio consecutivo, che pur svolgendosi nel novero della legittima azione dei ricorrenti, di fatto getta una luce di sconforto su quella infrastruttura ma soprattutto sui lavoratori che dall’agenzia interinale dovrebbero transitare nella società e trovare graduale occupazione all’interno delle attività previste dal terminalista turco – dice Mattia.
Temiamo che gli stop dettati dai ricorsi e dai tempi della magistratura amministrativa possano avere riverberi negativi su una realtà, che è opportuno specificare – continua il segretario dello SNALV – già dalle prime settimane del 2018 avrebbe dovuto garantire un ritorno alla normalità sui pontili di quella grande infrastruttura del mezzogiorno.
Oggi però accanto ai tempi della magistratura sul ricollocamento del personale ex TCT pesa un’altra incognita.
Temiamo – dice Mattia – che i fondi disposti dal precedente Governo per gestire la fase di transizione relativa alla ricollocazione del personale possano terminare.
Ad oggi infatti i circa 500 dipendenti ex TCT percepiscono l’IMA (l’indennità di mancato avviamento), ma sul count down delle risorse sembra non esserci chiarezza.
La nostra organizzazione sindacale – termina la nota – nel pieno rispetto delle questioni giuridico-amministrative in corso, auspica che si faccia subito chiarezza e si possano superare con celerità le criticità evidenziate, permettendo così ai lavoratori di tornare al più presto in attività e nella piena consapevolezza di un lavoro vero e non di una fase di precarietà. A tal proposito nei prossimi giorni concretizzeremo azioni già in cantiere che ci consentiranno di avere un quadro ancora più dettagliato nella difficile situazione in corso.
Taranto, 25 gennaio 2019