Taranto concretizza l’economia circolare e sperimenta nei mezzi pubblici un nuovo carburante che contribuisce a ridurre le emissioni inquinanti del traffico veicolare. È stato sottoscritto oggi dal Sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, dal Presidente di AMAT (Azienda per la Mobilità dell’Area di Taranto) Giorgia Gira, dal Presidente di AMIU (Azienda Multiservizi e Igiene Urbana di Taranto) Carloalberto Giusti e da Giuseppe Ricci, Chief Refining & Marketing Officer di Eni, un accordo che prevede la sperimentazione di Enidiesel+ in alcuni autobus del trasporto pubblico locale gestiti da AMAT e nei mezzi di raccolta rifiuti che AMIU metterà a disposizione.
«Quest’anno abbiamo in obiettivo di dedicarci ad una riforma profonda delle nostre società partecipate per restituire ai cittadini servizi in linea con i migliori standard nazionali – spiega il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci – L’iniziativa in questione, oltre il test tecnico, rappresenta un passaggio significativo in questa direzione e dimostra ulteriormente come una corretta interazione tra la nostra comunità e le grandi presenze del nostro territorio sia un’opportunità di sviluppo e sostenibilità».
Per sei mesi, dal 1 marzo al 30 agosto, il gasolio tradizionale verrà sostituito, senza alcun costo aggiuntivo per il Comune e le due aziende pubbliche locali, dal nuovo combustibile la cui parte rinnovabile viene prodotta da Eni grazie a un brevetto proprietario che ha consentito la trasformazione di raffinerie convenzionali in bioraffinerie, cioè in grado di trasformare materie prime di origine biologica, inclusi gli oli vegetali usati e grassi animali, in biocarburanti di alta qualità.
L’accordo prevede anche di mettere in campo azioni finalizzate a favorire e incrementare la raccolta degli oli alimentari usati e di frittura che i cittadini di Taranto consegnano al servizio di raccolta differenziata di AMIU per trasformarli in biocarburante nella bioraffineria Eni di Venezia, a Porto Marghera, e a breve anche a Gela. Appositi contenitori per la raccolta degli oli alimentari esausti saranno a breve posizionati anche all’interno della Raffineria di Taranto e tutti i lavoratori riceveranno una tanica e apposite istruzioni per facilitare il conferimento degli oli di cucina.
«Eni è stata la prima al mondo a trasformare una raffineria tradizionale in bioraffineria per produrre biocarburanti di altissima qualità come l’innovativo carburante Enidiesel+, utilizzando una tecnologia che abbiamo sviluppato al nostro interno – spiega Giuseppe Ricci, Chief Refining & Marketing Officer di Eni – e oggi il nostro obiettivo è ridurre progressivamente, fino ad azzerare, l’utilizzo di materie prime edibili, compatibilmente con il rispetto delle obblighi normativi imposti dalle normative europee e nazionali in merito ai biocarburanti e con le disponibilità di materie prime alternative cosiddette “avanzate”, sulle quali come Eni stiamo investendo molto in ricerca. Con l’accordo siglato con il Comune di Taranto e le sue aziende municipalizzate, città nella quale abbiamo una delle nostre raffinerie più importanti, confermiamo l’impegno per lo sviluppo dell’economia sostenibile e consolidiamo l’impiego di un rifiuto, l’olio di frittura, come materia prima importante per la produzione di Enidiesel+».
L’accordo siglato oggi a Taranto amplia il circolo virtuoso già avviato da Eni con le società multiutility di Torino, Venezia, Roma e dell’Emilia Romagna e i cui test effettuati hanno già dimostrato importanti benefici a livello di qualità dell’aria, economico e industriale. Rispetto al gasolio tradizionale, infatti, Enidiesel+ presenta una componente rinnovabile che riduce le emissioni inquinanti fino al 40%, consente un risparmio dei consumi di circa il 4% e una riduzione dei costi manutentivi del motore.
Gli stessi parametri tecnici di miglioramento derivanti dall’impiego del biocarburante saranno oggetto di monitoraggio congiunto sui mezzi di AMAT e AMIU che utilizzeranno Eni diesel+, in collaborazione con l’Istituto Motori del CNR.