Ho partecipato all’incontro che il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha convocato oggi in Fiera del Levante sul tema della tutela del mare, a seguito del decreto con cui il ministro Di Maio (M5S) ha concesso ben tre permessi di ricerca petrolifera nel mare Jonio, due contigui sotto Santa Maria di Leuca in Puglia, l’altro sotto Crotone in Calabria.
Oltre a numerose associazioni ambientaliste e a comitati di scopo, erano presenti molti Sindaci e Rappresentanti delle Giunte Regionali di Calabria, Basilicata, Molise e Veneto.
La Puglia, che è fra le prime regioni italiane per la produzione di energia pulita, non può tollerare che il suo patrimonio paesaggistico e ambientale venga messo in così grave pericolo (infatti la ricerca autorizzata comportava l’uso dell’air gun, le bombe d’aria e sonore, che provocano danni ai fondali e alla fauna ittica).
Né può subire ulteriori danni all’economia del mare, attività fondamentale per la regione.
Adesso, dopo le diffuse e clamorose proteste delle associazioni e di quanti promossero il referendum “NO TRIV”, il ministro Di Maio ha annunciato un “emendamento blocca trivelle”.
Di questo emendamento non è stato reso disponibile il testo, definito “blindatissimo”. Ma se si tratta soltanto di congelare il rilascio di circa 36 autorizzazioni, compresi i permessi rilasciati nel mar Jonio, per 3 anni, c’è da temere che le compagnie Oil&Gas abbiano la meglio nelle impugnative che con ogni probabilità solleveranno davanti al TAR.
Per queste ragioni, tutti i soggetti associativi e istituzionali presenti all’iniziativa hanno concordato di resistere, eventualmente impugnando la legge, e di rilanciare le battaglie ambientalistiche sia a livello di mobilitazione di massa, sia a livello istituzionale, creando un coordinamento permanente e/o un’agenzia interregionale che dia un carattere unitario alle iniziative di contrasto.
Mino Borraccino
Regione Puglia