Superati gli appuntamenti elettorali, i bilanci da approvare, alcune incertezze di stabilità politica locali e con la soluzione della questione ILVA, si è finalmente definito il quadro di governo del nostro territorio ed anche l’emergenza della crisi della grande industria. Abbiamo quindi di fronte il quadro istituzionale con cui poter e dover dialogare, d’ora in poi, con maggiore intensità assolvendo al nostro ruolo di rappresentanti del mondo dell’artigianato e della piccola impresa. Con le istituzioni locali dobbiamo condividere un obiettivo comune: quello di promuovere e favorire lo sviluppo sociale ed economico a beneficio dell’intera collettività.
In questo senso, Confartigianato non chiede una salvaguardia dell’artigianato quasi si trattasse di una specie in via di estinzione. Proponiamo piuttosto un rovesciamento di questa idea. Restiamo infatti convinti che “l’impresa artigiana e la piccola impresa incarnino il modello imprenditoriale del futuro” anche nella nostra provincia. Le aziende a cui diamo voce sono sì un patrimonio di competenze, conoscenze e tradizioni ereditato dal passato, ma costituiscono anche una risorsa su cui dover investire per costruire un futuro migliore.
Lo testimonia il livello di fiducia delle aziende nella propria capacità di stare sul mercato: nell’ultima indagine congiunturale del nostro Ufficio Studi il voto medio è stato di 7,3 su 10. Colpisce la distanza rispetto al voto medio dato alla competitività dell’Italia: appena 3,8! Questi tre punti e mezzo di differenza misurano l’ampiezza della sfida da affrontare, in modo responsabile, assieme alle istituzioni. Occorre quindi rimboccarsi le maniche, come evochiamo da un bel pò di tempo, per rendere più competitivo il nostro territorio, e non solo per reggere il passo con i territori più competitivi. Anche per far ripartire quell’“ascensore sociale”, ora bloccato, come denuncia un numero crescente di statistiche, che per decenni ha funzionato proprio grazie all’artigianato, alla possibilità di mettersi in proprio e di creare benessere e lavoro per sé, per la propria famiglia e per i collaboratori dell’impresa.
Questo – secondo Confartigianato Taranto – deve essere il momento del dialogo, della concertazione fattiva con le istituzioni. Il corpo intermedio del territorio, quello davvero rappresentativo delle imprese, deve assumere un ruolo strategico importante di supporto alle scelte al lavoro delle istituzioni locali, ma si deve fare in modo che le stesse istituzioni siano di supporto alle necessità ed alla progettualità delle imprese.
Siamo convinti che l’attività d’impresa può contribuire a costruire un modello di sviluppo economico sostenibile per questa provincia. Per questo dobbiamo impegnarci a promuovere e sostenere nuovi modi di produrre e lavorare con iniziative che vedono gli artigiani e le piccole imprese protagonisti, ad esempio, nella tutela dell’ambiente, nel risparmio ed efficienza energetici, nell’economia circolare, nella riqualificazione urbana. Questo territorio ha necessità di promuovere innovazione e aiutare le imprese sostenibili, migliorare la salute e il benessere delle persone, migliorare le nostre comunità, combattere le difficoltà attraverso iniziative di cooperazione che puntano sulla formazione professionale dei giovani e sul modello della micro e piccola impresa. Ora è il momento decisivo per ricercare e sostenere altri modelli di sviluppo economico oltre la grande industria, se ne parla invano da tanto tempo ormai, puntando su settori che possano definitivamente affermarsi leader sul territorio.
Abbiamo bisogno di impegno, trasparenza e sviluppo della piccola impresa: un patto con la politica per il rilancio complessivo della nostra economia. Questo è la richiesta forte e precisa che come Confartigianato facciamo al Sindaco di Taranto, al Presidente della provincia, a tutti i Sindaci dei comuni della provincia ionica.
Dobbiamo muoverci. Si è perso del tempo, si è concluso pochino.
Taranto, 11 gennaio 2019