Il governo giallo-verde a trazione leghista e assistenza pentastellata, tramite il MISE (Ministero Italiano per lo Sviluppo Economico), ha varato un altro gioiello politico da regalare al nostro Paese e, in particolare, alle comunità dell’arco jonico (Puglia, Basilicata e Calabria): l’autorizzazione a compiere ricerche di idrocarburi nel Mare Jonio, cuore del Mediterraneo. In data 31 dicembre 2018, infatti, è stato pubblicato sul BUIG (Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse) l’autorizzazione a tre nuovi permessi (F. R. 43-44-45 GM) di ricerca petrolifera su una superficie complessiva di 2.200 kmq a favore della società americana Global MED LLC. La ricerca autorizza l’uso dell’air guns, le bombe d’aria e sonore, una tecnica che presenta rischi e criticità per l’ecosistema marino ( danneggiamento dei fondali e della flora e della fauna marina). Senza contare l’impatto
certamente negativo che avrà sulla pesca, sull’ l’attività ittica, sul traffico marittimo e, soprattutto, sul turismo. E questo accade nonostante l’Italia sia vincolata dalla legislazione europea a ridurre le emissioni di gas climalteranti del 20% entro il 2020.
Un vero plauso va indirizzato al governo del (presunto) cambiamento. Il movimento politico “idea indipendente” manifesta la sua netta contrarietà a realizzare tali progetti connotati da logiche politiche ed economiche ormai arcaiche e improduttive, perché ignorano la sostenibilità ambientale e danneggiano lo sviluppo culturale e socio-economico dei territori. Idea indipendente fonda la sua attività politica sul principio della responsabilità, ossia del render conto delle azioni politiche e delle loro conseguenze sulla vita di comunità. A tal fine, pubblichiamo le cartine geografiche che riportano le tre posizioni autorizzate per le ricerche degli idrocarburi.
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