“Siamo vicini e solidali alla Fnsi e ai giornalisti che hanno manifestato sotto Palazzo Chigi per dire no all’emendamento alla legge di Bilancio che prevede di arrivare, entro 4 anni, alla cancellazione definitiva di ogni contributo determinando, di fatto, la scomparsa di numerose piccole realtà editoriali, soprattutto locali. Così come siamo vicini ai giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno la cui crisi rappresenta un pericolo grave per l’informazione del mezzogiorno”.
Così Gianni Liviano, consigliere regionale e membro del direttivo nazionale di Italia in Comune, e Rosario Orlando, coordinatore provinciale di IiC, intervengono sullo tsunami che sta per abbattersi sul sistema dell’informazione in Italia.
“Cancellare i contributi, soprattutto quelli destinati ai giornali minori, significa infliggere un colpo mortale all’informazione di prossimità, a quei giornali che sono strettamente legati alla realtà dei territori in cui operano”, sottolineano Liviano e Orlando che aggiungono: “Così si limita la possibilità del cittadino di informarsi, si lede un principio costituzionale tutelato dall’articolo 21 della nostra Carta e si introduce un sistema di discrezionalità nell’erogazione del contributo, al di fuori di criteri oggettivi, che sarà nelle mani del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Crimi. Per questo ci uniamo al no della Federazione nazionale della stampa e dei giornalisti. Il pluralismo e la libertà di stampa non possono essere cancellati da un emendamento”.
E sulla crisi che sta fagocitando la Gazzetta del Mezzogiorno, giornale storico pugliese, i due rappresentanti di Italia in Comune sono netti: “La politica non può lasciare da soli giornalisti e maestranze che da 130 anni assicurano l’esistenza del quotidiano. La Puglia non può permettersi che si spenga una voce importante come già avvenuto con altre realtà editoriali locali, sia cartacee che radiotelevisive, come nel caso del Corriere del Giorno di Puglia e Lucania. Per tutti questi motivi, ribadendo la nostra solidarietà – concludono Liviano e Orlando – sentiamo di dover far nostre le parole del Presidente della Repubblica, Mattarella: Salvaguardare il pluralismo nella libertà riconosciuta al mondo dell’informazione, e alle sue molteplici voci che ne costituiscono l’espressione, perché rappresentano un presidio irrinunciabile dello Stato democratico”.