Il circolo cittadino scrive comunicati stampa parlando di cose che conosce poco o addirittura “per sentito dire”. Probabilmente invece di lanciare scuole di formazione politica sul territorio dovrebbero ritornare loro dietro ai banchi della scuola politica, anche solo per imparare a leggere il funzionamento di una misura di contrasto che oltretutto è stata proposta proprio dal loro stesso partito.
Per fare chiarezza e veicolare ai cittadini un’informazione giusta, prima di tutto bisogna sapere cosa è e come funziona la misura del REI.
Il Reddito di Inclusione (REI) è una misura di contrasto alla povertà dal carattere universale, condizionata alla valutazione della condizione economica. I cittadini hanno potuto richiederlo dal 1° dicembre 2017 presso il Comune di residenza o eventuali altri punti di accesso indicati dai Comuni, che nel caso specifico del comune di Grottaglie, coincidono con CAF, patronati e le sedi dei sindacati convenzionati. La Legge di Bilancio 2018 (art. 1, comma 192) ha abrogato dal 1° luglio 2018 tutti i requisiti familiari (presenza di un minorenne, di una persona disabile, di una donna in gravidanza, di un disoccupato ultra 55enne). Pertanto, a partire dal 1° giugno 2018, hanno potuto presentare domanda tutti coloro che possiedono gli altri requisiti, indipendentemente dalla composizione familiare.
Il REI si compone di due parti: un beneficio economico, erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica (Carta REI), commisurato in base al nucleo dei componenti familiari; un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà, predisposto sotto la regia dei servizi sociali del Comune. Per chiarire i contorni di questa misura nazionale occorre spiegare la procedura: il cittadino inoltra richiesta del beneficio presso i CAF o Patronati o sindacati convenzionati. La pratica viene dunque immessa sul portale e valutata dall’Ufficio di Piano che verifica i dati anagrafici, di residenza e cittadinanza; quindi è la volta dell’INPS che verifica la situazione patrimoniale e reddituale. Se il richiedente risulta idoneo, la sua pratica ritorna all’Ufficio di Piano per l’elaborazione da parte dell’assistente sociale del Quadro di analisi del bisogno. Queste schede vengono dunque comunicate al Centro per l’Impiego che convoca i beneficiari e, dopo colloquio individuale, predispone i Patti di Servizio personalizzato per ogni richiedente che non abbia rapporti lavorativi e percorsi formativi in corso.
L’Ufficio di Piano dunque trasmette i risultati dell’istruttoria del Centro per l’Impiego all’INPS che predispone i pagamenti.
Appare dunque lampante l’incapacità del circolo cittadino del Partito democratico di comprendere che non è il Comune a predisporre i Patti, ma il Centro per l’Impiego.
Ai comuni competono solo i progetti personalizzati per le persone con disabilità gravi totalmente inabili al lavoro e alle persone over 64 che rappresentano una minima parte dell’utenza e per i quali non si palesa in alcun modo il rischio di perdere il beneficio economico perché rientranti perfettamente nell’arco temporale previsto. Per loro, da gennaio verranno avviati i progetti personalizzati, agganciandoli a quelli ancora attivi sul territorio presso enti del Terzo settore e attivati con la precedente misura di contrasto alla povertà SIA/RED per i quali questa amministrazione ha incontrato in più occasioni gli attori sociali del territorio (associazioni, parrocchie, scuole).
Per il futuro, al fine di evitare clamorose gaffe, sento di rivolgere un consiglio alla segreteria cittadina del Partito Democratico: per qualsiasi chiarimento sono sempre a disposizione di tutti i cittadini, di tutti i consiglieri, di maggioranza o opposizione, e di tutti i partiti politici anche se non più rappresentati in consiglio comunale.
Marianna Annicchiarico – Assessora alle politiche sociali