Cgil Cisl Uil intendono riportare al centro dell’attenzione le gravi condizioni dei servizi sanitari e socio-sanitari nel Paese e in Puglia. In un contesto di crescente disagio sociale serve, a partire dal Governo nazionale, il rilancio del nostro Servizio Sanitario Nazionale, per ristabilire che il diritto alla salute ed alle cure sia assicurato in modo uniforme in tutto il Paese, così come prevedono la nostra Costituzione e la stessa Riforma sanitaria.
Servono più risorse per Sanità e Welfare e difendere la centralità del servizio pubblico, per garantire l’universalità delle prestazioni. Continuiamo invece a registrare crescenti criticità che pregiudicano il diritto alle cure – in tal senso vanno eliminati i super ticket – e l’accesso alle prestazioni sociali.
Serve una più equa ripartizione del Fondo sanitario nazionale che penalizza le regioni del Sud. Così come andrebbero sbloccate le assunzioni per migliorare il livello delle prestazioni e la qualità del lavoro, che oggi poggia su un numero di addetti che registra almeno 5mila posizioni vacanti. Nessuna risposta arriva invece dal Def predisposto dal Governo, dove anzi sono previsti tagli.
A livello regionale, pur avendo avuto momenti di confronto, restano aperte tante questioni in ambito sanitario, dalle liste di attesa alla medicina territoriale, dal servizio di 118 alla chiusura dei Punti di primo intervento. Il risultato è un progressivo collasso dei servizi sanitari e una crescente insoddisfazione dei cittadini, che in molti casi o sono costretti a ricorrere al privato, con costi insostenibili per tante famiglie, o ad alimentare la mobilità passiva verso altre regioni.
Allo stesso modo va regolamentata la pratica libero-professionale del personale medico (intra moenia ed extra moenia), che non può penalizzare la garanzia delle prestazioni pubbliche e i tempi di attesa, soprattutto per quelle urgenti.
Sul welfare le cose non vanno meglio. Dall’approvazione del Piano Regionale delle Politiche Sociali sono pochissimi gli ambiti che hanno avviato tavoli di concertazione e confronto per la definizione dei Piano Sociali di Zona, registrando un arretramento sull’equità nell’accesso alle prestazioni che colpisce le fasce più fragili della popolazione.
Chiediamo
Più risorse per la sanità e il welfare pubblico
Programmazione di una medicina territoriale efficiente e capillare
Abbattimento delle liste di attesa
Riqualificazione della spesa di beni e servizi
Regolamentazione della pratica libero-professionale
Piano di assunzione di personale medico e infermieristico
Interventi di prevenzione per la salute e l’ambiente.
Nel quadro della Vertenza unitaria regionale pugliese “Sanità e Welfare” ed in preparazione alla manifestazione indetta da Cgil Cisl Uil per mercoledì 12 dicembre c.m. a partire dalle ore 9.30, con presidio presso il Palazzo della Giunta Regionale, Lungomare Nazario Sauro, a Bari, si terrà un volantinaggio nei pressi dell’Ospedale SS. Annunziata a Taranto lunedì 10 dicembre c.m. dalle ore 12.00 alle ore 14.00, per incontrare e spiegare ai cittadini i temi a base della vertenza.
Cgil Cisl Uil pugliesi denunciano le gravi condizioni sei servizi sanitari e socio sanitari, sia nel Paese che in Puglia.
Al Governo nazionale esse chiedono il rilancio del Servizio Sanitario e del Welfare, la difesa e la garanzia della centralità del servizio pubblico e dell’universalità delle prestazioni, oltre ad una più equa ripartizione del Fondo sanitario perché non siano penalizzate in particolare le Regioni del Sud.
Al Governo pugliese esse chiedono di risolvere definitivamente la serie di problematiche ancora irrisolte, dalle Liste d’attesa alla medicina territoriale, dal Servizio di 118 alla chiusura dei Punti di primo intervento, scongiurando così il progressivo collasso dei servizi sanitari e la crescente insoddisfazione dei cittadini che, spesso, sono costretti a rivolgersi al privato.
Inoltre, dall’approvazione del Piano Regionale pugliese delle Politiche Sociali, solo in pochissimi Ambiti territoriali sono stati avviati la concertazione e il confronto sui Piani Sociali di Zona, con ciò determinando un arretramento dell’equità nell’accesso alle prestazioni, a danno delle fasce più fragili della popolazione.