Nonostante vi sia stato il tentativo di banalizzare la candidatura del capoluogo alla guida dell’ente provinciale e minimizzarne il risultato elettorale, si è aperta a Taranto una seria crisi politica.
È il risultato di un anno nel quale un gruppo di consiglieri ed ex assessori ha operato sistematicamente per indebolire l’azione dell’amministrazione e l’immagine della città, per assecondare interessi ed interferenze esterne al nostro territorio, nonché per anteporre propri obiettivi e rancori personali ai bisogni dei cittadini.
Esercizio vano, perché è stato particolarmente gratificante in questi giorni ricevere numerosissime attestazioni di stima da privati cittadini, associazioni, istituzioni e dal mio partito, ai più alti livelli. È il segno che, anche in queste difficoltà, dopo lunghi anni di immobilismo, abbiamo fatto un buon lavoro sin qui e la comunità sa distinguere gli onesti dai faccendieri politicanti.
Ma i richiami alla responsabilità non possono non tenere conto di quella crisi politica, che è crisi di valori prima di tutto, visto che le appartenenze di partito non sembrano pesare più.
Per questo, sento il dovere verso i miei concittadini di compiere un ultimo sforzo, ascoltare le proposte delle forze politiche che hanno rappresentatività in seno al Consiglio comunale e comprendere se si vuole ancora partecipare ad una importante stagione di ricostruzione, ad un programma generazionale, oltre gli schieramenti originari. Perché la vecchia maggioranza e i suoi opportuni appelli, dal mio punto di vista, potrebbero risultare condizione necessaria per riprendere il cammino, ma non più sufficiente per il futuro.
Ai festeggiamenti volgari e al teatrino della raccolta di firme, bisogna rispondere con il lavoro quotidiano a favore dei cittadini.
Rinaldo Melucci