Edilizia scolastica, non ci sono buone notizie. Ben l’85 per cento degli edifici adibiti a scuola, infatti, presenti lungo tutto il territorio della Penisola italiana, rientra nelle ultime tre classi energetiche. Una cattiva notizia per l’ambiente e per le scuole stesse, che come facile immaginare non vengono adeguate a normative in costante aggiornamento.
Come uscirne?
I fondi per l’edilizia scolastica, in un Paese caratterizzato dalla presenza di istituti spesso molto vecchi, sono sempre troppo pochi. Tante le difficoltà, non solo economiche, che rallentano i processi e gli interventi di ammodernamento. Un paradosso se confrontato ai vertiginosi ritmi di crescita e innovazione del settore edile, che pure stenta a riprendersi dalla crisi. Tra i nuovi strumenti di cui può avvalersi, però, c’è il portale Giff Noleggi che permette di noleggiare attrezzature funzionali e innovative direttamente dal pc, con un semplice click, dalla carotatrice ai furgoni. Un aspetto da non sottovalutare dati i numerosi interventi che presto dovranno essere effettuati sugli edifici scolastici, a partire proprio dall’ammodernamento degli impianti energetici.
Fotografia di un’emergenza
Circa l’85 per cento degli edifici scolastici italiani rientra nelle ultime tre classi energetiche. Il dato relativo alle prime tre classi è davvero basso, arriva a stento al 5 per cento e fa riferimento soprattutto a quegli edifici scolastici che sono stati costruiti dopo il 2001, cioè dopo l’entrata in vigore della nuova normativa edilizia che prevede determinati standard di efficienza. Cosa vuol dire? Che al strada verso l’efficientamento energetico delle strutture scolastiche è ancora lunga, soprattutto per alcune regioni. Il gap tra Meridione e Settentrione, infatti, è davvero profondo e richiede interventi rapidi e strutturati. A scattare la fotografia di una vera e propria emergenza è l’associazione ambientalista Legambiente, nel suo rapporto annuale “Ecosistema Scuola”.
Cosa accade tra Nord e Sud
Dove sono le scuole che rispondono meglio ai criteri di efficienza energetica? La risposta è chiara: si concentrano tra Bolzano e Trento. Sono proprio queste due le città che spiccano per virtù sia sul piano della sicurezza degli edifici sia su quello dell’efficientamento energetico. Qui si concentrano anche le strutture che si caratterizzano per un più elevato tasso di innovazione, basti pensare che il 6 per cento degli edifici scolastici sono stati realizzati seguendo i principi della bioedilizia a fronte di una media nazionale che non raggiunge l’1 per cento. E’ qui, tra l’altro, che si investe di più in manutenzione delle strutture scolastiche, basti pensare che la spesa per la manutenzione straordinaria degli ultimi cinque anni in queste due città è pari a circa 175 mila euro per edificio. Un dato che è pari a circa dieci volte la media nazionale. La manutenzione e gli interventi sugli edifici scolastici scarseggiano soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno e nelle isole. Tutte le città capoluogo di queste regioni, infatti, si collocano dopo la trentesima posizione in graduatoria. Fanno eccezione poche città: Cosenza (17° posto), Reggio Calabria, Palermo, Latina (che però si caratterizza anche per essere l’unica città delle regioni del Centro Italia in una posizione particolarmente bassa della classifica). A preoccupare, secondo Legambiente, è il fatto che in queste regioni, di contro, si registra un più elevato rischio sismico. Un dato solo per chiarire la situazione: al Sud tre scuole su quattro sono in area a rischio sismico, con la Sicilia che vede interessate quasi il 98,4 per cento delle scuole.