Questa mattina il Movimento 5 Stelle Puglia non si è opposto, come pure avrebbe avuto diritto di fare, alla richiesta pervenuta in capigruppo di portare in Consiglio un ordine del giorno chiaramente strumentale presentato dal consigliere Marmo. Abbiamo dimostrato ancora una volta che per noi la democrazia e il rispetto delle opinioni diverse vengono prima di qualsiasi altra cosa. Non abbiamo tuttavia partecipato al voto su questo ordine del giorno per evitare di renderci complici di una ipocrisia impareggiabile alla base dello stesso che inizia dal nome del primo firmatario: Nino Marmo, un consigliere di Forza Italia che si ricorda oggi dell’importanza di tutelare la stampa ma che stranamente non è pervenuto mentre il leader del suo partito oltre ad insultare per anni i giornalisti si è reso protagonista di vere e proprie epurazioni nei confronti di professionisti come, ad esempio, Enzo Biagi, Luttazzi e Santoro. Lo stesso Michele Emiliano che oggi partecipa alla manifestazione in piazza Prefettura solo pochi giorni fa, nel corso della falsa inchiesta sulla sede del Consiglio regionale, mortificava la professione giornalistica dicendo testualmente che bisogna “comprendere i giornalisti, i giornalisti hanno bisogno in pochi secondi di portare a casa il contenitore per ospitare un po’ di pubblicità, questo devono fare”. In quel caso abbiamo dovuto difendere noi i giornalisti nel nostro comunicato.
Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle Puglia da sempre nei fatti collabora con la stampa locale con estremo rispetto e attenzione. Qualcuno dei professionisti locali in qualche caso ha speso addirittura parole di elogio nei nostri confronti asserendo che saremmo il gruppo più disponibile. Questo perchè riteniamo il mondo dell’informazione uno dei fulcri fondamentali per il funzionamento di una democrazia.
Se in qualche caso ci è stato confidato di telefonate di minacce o urla giunte nelle redazioni da parte di esponenti politici di altre forze politiche o da componenti della Giunta (e questo lo lasciamo giudicare alla onestà intellettuale di chi vive le redazioni), nessun giornalista può affermare di aver mai ricevuto una sola contestazione in tali termini da parte di nessuno di noi otto.
Siamo stati al fianco dei giornalisti locali e delle associazioni della stampa quando si è trattato di emendare la legge regionale sull’editoria e tutti sanno che i nostri emendamenti sono sempre stati orientati ad aiutare la parte sana del mondo dell’informazione, ad evitare regalie agli editori e ad aiutare i giornalisti, soprattutto i più giovani che vivono nel precariato pagati pochi euro al pezzo.
Eppure in questi anni e anche nel recente passato, non sono mancati da parte di alcuni operatori dell’informazione, pesantissimi attacchi nei nostri confronti, spesso non basati sulla realtà delle cose. Alcuni casi più eclatanti li abbiamo segnalati all’Ordine dei Giornalisti senza, purtroppo, ricevere riscontro ma in ogni occasione abbiamo sempre cercato di evitare di inasprire il clima nei confronti dell’informazione. Questo, tuttavia, non significa che sia tutto rose e fiori. Ci si interroga spesso sulle conseguenze di un post sui social network ma non potete immaginare a quante richieste di chiarimenti debba rispondere un gruppo politico in seguito alla pubblicazione di un articolo o alla messa in onda di una trasmissione che diffonde dati non veritieri. Chiunque faccia informazione ha una enorme responsabilità nei confronti dei cittadini: è l’art.1 Cost. a stabilire che “la sovranità appartiene al popolo”, ma per poter esercitare questa prerogativa è necessario che il popolo venga informato correttamente su quanto accade nel Paese così da poter giungere a qualsiasi conclusione con piena consapevolezza.
Per queste ragioni noi del M5S Puglia lavoriamo da sempre per cercare di preservare la parte sana del mondo dell’informazione, ma cosa sta facendo il mondo dell’informazione per preservare se stesso? Perchè quando la disinformazione è palese, non è l’ordine professionale o non sono gli stessi giornalisti che magari hanno analizzato e lavorato fino a notte fonda per fornire informazioni corrette ai cittadini, a denunciare la cosa? Sono loro, infatti, le prime vittime di quei “colleghi” che, diffondendo informazioni non rispondenti alla realtà, minano la credibilità del loro lavoro oltre che dell’intero sistema. E invece spesso ci si trincera dietro un “corporativismo” che, purtroppo, non danneggia solo voi ma l’intera società che invece avrebbe bisogno come l’aria di potersi fidare di un sistema dell’informazione libero che possa essere davvero guardiano del potere. La nostra società si basa sulla fiducia e sulla credibilità. Quante volte sui vostri giornali voi stessi avete ricordato che basta una sola promessa elettorale non mantenuta per minare la credibilità dell’intera azione di una forza politica? La promessa del mondo dell’informazione è di custodire e raccontare la verità. Basta una sola “menzogna” non denunciata per mettere in discussione tutto il sistema agli occhi dei cittadini, ed è per questo che ve lo chiediamo ancora una volta: anzichè scandalizzarvi, a torto o a ragione, per la forma verbale utilizzata da chi ha denunciato un problema che esiste nella nostra società, custodite e proteggete con tutte le vostre forze il giornalismo non tanto dai suoi nemici esterni ma anche, e soprattutto, dai suoi nemici interni. Buon lavoro.