Il cordoglio non basta. Non basta più. Quelle famiglie, quei lavoratori, quelle imprese, hanno diritto a parole di verità su un tema, quello della sicurezza, che ha numerosi punti di debolezza da affrontare, dal mancato riconoscimento dei costi (quando è privata spesso non è disposta a riconoscere il costo della sicurezza, quando è pubblica con le gare al massimo ribasso o con l’offerta economicamente più vantaggiosa, strozza così tanto l’impresa da costringerla a tagliare su tutto), passando dai limiti della cultura di impresa, fino al variegato mondo dell’edilizia con imprese grandi sotto la lente di ingrandimento e aziende piccole che sfuggono ad ogni tipo di controllo.
Così Paolo Campagna, presidente di ANCE Confindustria Taranto, a commento della drammatica vicenda che questa mattina ha visto morire un operaio edile e il suo titolare, precipitati da un ponteggio mobile per la ristrutturazione di una palazzina civile in via Galeso al quartiere Tamburi di Taranto.
Non è solo un discorso di repressione o formazione – dice Campagna – perché sulla formazione prendendo in considerazione solo l’ente bilaterale del Formedil CPT abbiamo garantito circa 1300 ore di formazione (tra obbligatoria e non) nel 2018, 364 controlli in cantiere e abbiamo affiancato 164 aziende. Ma immaginare di controllare tutti i cantieri è mero esercizio demagogico, quello che serve è rendere quella pratica di prevenzione e tutela della sicurezza una condizione possibile a partire dal dato economico.
Si gioca tutta su questo fronte la partita sulla sicurezza – termina il presidente dell’ANCE di Taranto – ecco perché sarà questo uno dei temi che tornerà preponderante nell’ambito della riunione sul protocollo di legalità che il 15 è convocato in Prefettura, prima del tavolo sulla sicurezza nei cantieri edili convocato per il 20. Assicurare legalità, rispetto per le aziende virtuose, ferreo controllo sul dumping contrattuale sono condizioni assolutamente necessarie.
Taranto, 13 novembre 2018