Al “day one” dell’era Mittal, dopo l’invio delle lettere ai 10700 dipendenti da assumere alla partenza, sono emerse criticità che il sindacato ha già provveduto ad evidenziare alla direzione aziendale.
Questo non ci stupisce e, in fin dei conti, era prevedibile in uno stabilimento complesso come Ilva. Ad aver acuito le difficoltà sono state le visioni “di comodo” che qualche responsabile può aver fornito ai nuovi acquirenti che tradotte nel pratico, dimostrano una visione fallace dell’organizzazione del lavoro da chi, purtroppo, quello stabilimento lo vive da anni ma ha mascherato le vere necessità di cui ha bisogno.
Ci si trova così ad assistere come nel caso del reparto Agglomerato, Acciaieria e nelle Manutenzioni in generale, a pezzi di impianti con riduzioni minime nelle squadre e altri con riduzioni del 65%. Questo è solo un esempio delle tante difficoltà riscontrate nel primo giorno, ma a cui, il prossimo 8 novembre al Mise, chiederemo all’azienda di dare ascolto tramite la voce del sindacato, dei delegati che quegli impianti li vivono quotidianamente.
Stessa cosa sui criteri di scelta. Là dóve abbiamo riscontrato irregolarità chiederemo spiegazioni e, se queste non dovessero arrivare, accompagneremo i lavoratori anche ai ricorsi agli organi competenti, se necessario. In queste ore i lavoratori ci stanno segnalando ciò che per loro non è andato nel verso giusto, e questo ci fa avere una visione di insieme dello stabilimento.
Questo, secondo noi, vuol dire stare nel merito delle cose e gestire i fatti che accadono anche se, purtroppo, Taranto e i lavoratori restano oggetto di chi strumentalizza tutto e vuole far passare la “CIGS” per licenziamento, anche se è tutto l’opposto. Ci chiediamo: Dov’erano dal 2009 a oggi? Perché sembrerà strano ai più distratti, ma di media 2000 persone al mese, in Ilva, sono in Cassa integrazione da tale data. In quegli anni, i lavoratori in cassa, non avevano la tutela di un accordo con garanzia a fine piano, non avevano un acquirente e quindi una prospettiva, ma hanno affrontato gli ammortizzatori sociali con la consapevolezza che noi lavoravamo per loro.
Anche oggi – come nel 2012 – parte la campagna “contro i sindacati”, il miglior regalo che si possa fare a un’azienda, perché senza il sindacato si che si sarebbe parlato di licenziamenti e non ci sarebbe stata garanzia alcuna.
Ora l’azienda ha l’opportunità di dimostrare quello che in un anno di trattativa ha dichiarato al Mise: Voler porre attenzione ai lavoratori, a Taranto, ed essere alla ricerca di soluzioni. Noi saremo pronti a fare la nostra parte perché crediamo in ciò che abbiamo fatto e che abbiamo firmato consapevoli che, come detto a più riprese, la firma di un accordo non è l’arrivo, ma il punto di partenza.
Taranto, 3 novembre 2018