Se l’Avvocatura dello Stato, come appare evidente a chiunque abbia un minimo di esperienza politica, ribadirà l’ovvio e cioè che la procedura di affidamento ad Arcelor Mittal di Ilva è legittima, il risultato prodotto dal Governo sarà quello di aver indebolito lo Stato ed il Governo nei confronti dell’acquirente Indiano.
Forse la strategia del Ministro Di Maio è stata basata proprio sulla necessità di dover dimostrare all’elettorato del M5S che il Governo stava facendo cose grosse per rovesciare quanto fatto dal precedente. In realtà, però, con il quesito, dall’esito scontato, proposto all’Avvocatura dello Stato, ha legato definitivamente le mani al Governo e adesso costringerà il Paese a fare affidamento solo sulla volontà degli indiani di produrre piccoli miglioramenti sul piano ambientale ed occupazionale, invece di cambiare totalmente il programma sbagliato impostato dal Governo Renzi e mettere in discussione l’esito da questo prefigurato.
Se così dovesse essere, noi non faremo sconti a nessuno e continueremo a chiedere:
1) la garanzia di mantenimento, da subito, di tutti i posti di lavoro attuali e dei contratti esistenti, senza passaggio al JobsAct;
2) l’applicazione delle linee guida VIIAS per fare la Valutazione de Rischio e dell’Impatto Sanitario,
prima del rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale che deve essere rivista in tal senso;
3) l’introduzione del Consiglio di Sorveglianza in Fabbrica che deve consentire ai lavoratori, ai cittadini ed alle istituzioni, di avere potere di controllo reale sull’esecuzione del Piano industriale;
4) che tutto questo sia garantito anche attraverso l’intervento pubblico nell’acquisizione della società da parte dello Stato.
I Governi ed il Parlamento italiano esistono per proporre ed approvare Leggi che servono ai cittadini e non per produrre quesiti all’Avvocatura dello Stato, usati come scusa per non assolvere al dovere che hanno coloro i quali si sono assunti la responsabilità di governare il Paese.
Mino Borraccino e Maurizio Baccaro