Dopo un mese di stasi in cui il ministro Di Maio ha dato a vedere di aver ascoltato tutte le parti, si continua a perdere tempo con finti tavoli che nulla hanno a che vedere con la trattativa, al cui tavolo per legge partecipano solo azienda, sindacati e da nuovo decreto quattro parlamentari del territorio. Cos’è allora questo tavolo convocato in pompa magna domani? E con quale criterio si è scelto quali associazioni convocare e quali no, quali sindaci coinvolgere e quali no, e perché chiamare Autorità portuale di Genova e non di Taranto? E perché a questo punto escludere la politica? Tutto quando è ancora in ballo la spada di Damocle del
ritiro della gara in autotutela che il ministro ha usato come specchietto per le allodole per placare gli animi dei suoi elettori di Taranto che già si sono dissociati dalle sue decisioni.
La campagna elettorale è terminata e Ilva è una vertenza troppo grande per tenerla sulla graticola del gradimento del ministro 5 stelle.
Si convochi subito il tavolo per chiudere accordo sindacale visto che è chiaro che Di Maio ha scelto di proseguire sulla linea tracciata dai governi del PD. Per tutto il resto lo aspettiamo a Taranto al tavolo con le Istituzioni e i cittadini di questa città che consumato l’abbaglio a 5 stelle hanno necessità di prospettive certe e concrete.
In questo solco le preoccupazioni del Sindaco di Taranto non possono che essere le nostre e quelle della nostra intera comunità. Due ore, dalle 10 alle 12 di lunedì per 62 enti e associazioni convocate senza criteri chiari sono la misura della sciatteria a cui il ministro vi sta abituando.
Sciatteria e superficialità funzionali solo, come la stessa convocazione, ad alimentare la solita meschina propaganda ma che nulla muovono alla risoluzione dei problemi.
Le stesse associazioni del fronte ambientale dovrebbero riflettere su questa messinscena misera e ridicola.
Avv. Giampiero Mancarelli
Segretario provinciale PD Taranto