Esattamente 14 anni fa, il 29 luglio 2004, la Camera dei Deputati approvò a larghissima maggioranza il disegno di legge (legge Martino) che condusse, per l’anno successivo, alla fine del servizio militare obbligatorio per tutti i cittadini maschi maggiorenni.
Da quella data in poi il servizio nelle forze armate divenne esclusivamente a carattere volontario e dietro espressa richiesta.
Dopo 145 anni finiva così la tradizione della “naja”, la leva obbligatoria in Italia.
La cosiddetta “coscrizione obbligatoria” di una classe, indicava, in Italia, il servizio militare obbligatorio, durato per ben 144 anni (dal 1861 al 2005), istituito nello stato unitario italiano con la nascita del Regno d’Italia e successivamente confermato con la nascita della Repubblica Italiana.
La sua abolizione fu realizzata per iniziativa dell’allora ministro della difesa Antonio Martino il quale a riguardo commentò: «Oggi è stato approvato un provvedimento epocale che avvantaggia i giovani, che vedevano ritardato il loro ingresso nel mondo del lavoro a causa degli obblighi della leva, ma anche le forze armate, che non possono permettersi di mandare in delicate missioni all’estero persone costrette a mettersi la divisa e che non hanno una preparazione adeguata».
A nove anni di distanza dall’abrogazione della “naja” in Italia, vi fu però una proposta degli Alpini che mirava al RIPRISTINO del servizio di leva.
Cui però nessuno ha ancora dato seguito.