Nell’ambito della rassegna culturale “Incontri d’autore” organizzata dall’Amministrazione Comunale, giovedì 19 Luglio, alle ore 19, in Piazza Marconi, l’On. Gero Grassi presenterà il suo libro “Aldo Moro: la verità negata” (Pegasus).
L’evento vedrà i saluti del Sindaco, Giovanni Allegrini.
Durante l’incontro, introdotto dal Prof. Cenzino Iaia, il già Componente della Commissione d’Inchiesta sul caso Moro, tornerà a parlare del presidente della Democrazia Cristiana, rapito e ucciso dalle Brigate Rosse, a distanza di 40 anni dalla drammatica vicenda che ha segnato la storia del nostro Paese.
Il 16 marzo 1978 un commando delle Brigate Rosse, in un agguato in via Fani, rapì il presidente della DC Aldo Moro e uccise i cinque uomini della sua scorta: Oreste Leopardi, Domenico Ricci, Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Raffaele Iozzino. Il 9 maggio, Aldo Moro veniva ritrovato morto all’interno di una Renault 4 rossa in via Caetani, a Roma, vicino alla sede storica della Dc, in Piazza del Gesù, e a quella del Partito Comunista in via delle Botteghe Oscure. Aveva 61 anni. Fu sepolto nel comune di Torrita Tibertina, piccolo paese della provincia di Roma ove lo statista, professore e politico amava soggiornare.
Nel libro Gero Grassi racconta l’intero percorso che dal 2013 fino al 2018 lo ha visto protagonista, insieme ad altri, della ricerca della verità sull’eccidio di via Fani e sul rapimento ed omicidio di Aldo Moro. In questo lavoro utilizza anche il materiale che Maria Fida e Luca Moro hanno raccolto per decenni: i giornali che parlano di Aldo Moro. Una enormità di stampa ingiallita: quella che va dal 1978 ad oggi. Assieme tutta la corrispondenza di Maria Fida che va dal 16 marzo al 9 maggio 1978, le testimonianze ricevute durante la prigionia del padre, le lettere dei cittadini italiani che ricordano Aldo Moro per un incontro o per una cortesia ricevuta. Ed ancora le lettere di tantissimi brigatisti che dagli anni ottanta scrivono a Maria Fida a causa del suo gesto di perdono. Tante lettere di uomini politici di tutti i partiti. Infine oggetti personali di Aldo Moro.