Sarà l’ex ministro Graziano Delrio la guest star della prima giornata, quella di mercoledì 18 luglio, della “Quattro giorni d’estate” organizzata dall’associazione “Le città che vogliamo” con il patrocinio morale di Cittadinanzattiva e in collaborazione con “Argomenti 2000″, Fondazione don Tonino Bello, Fondazione Guglielmo Minervini e parrocchia Regina Pacis.
L’appuntamento con l’iniziativa, giunta ormai alla ventiquattresima edizione e che quest’anno ha come filo conduttore il tema “Amiamo ciò che facciamo”, è a partire dalle ore 18 nello spazio interno di Villa Vetusta, in via Lama 150 a Lama (Taranto).
Ad aprire la serata sarà il segretario nazionale di Libera, don Marcello Cozzi, che dibatterà suln
tema “Il tempo per amare”. A seguire, alle ore 19, lo stesso don Marcello Cozzi insieme al prof. Giandomenico Amendola, ordinario di Sociologia urbana Università di Firenze, e all’ing. Roberto Sodero, calciatore della Nazionale di calcio amputati, discuteranno di “Dialoghi sulla comunità “. Alle 20.15, sul tema “Costruttori di futuro”, interverrà l’ex ministro Graziano Delrio. Con lui dibatterà sull’argomento il consigliere regionale Gianni Liviano.
“Nuove prospettive: questo è quanto noi vorremmo proporre alla nostra città durante questi quattro giorni volendo davvero andare al di là dei luoghi comuni che caratterizzano Taranto. Vogliamo provare – spiega Liviano – a valorizzare le grandi potenzialità che la città possiede e i grandi interessi, socio-culturali innanzitutto, che essa può suscitare. Per questo abbiamo previsto di dividere le quattro giornate in step molto veloci nel corso dei quali gli ospiti parleranno di città intesa come bene comune, come polis, come convivialità delle differenze. E si parlerà anche di politica generativa, un progetto e un processo tanto cari a Guglielmo Minervini.
A chiudere la prima serata, intorno alle ore 21.30, la rappresentazione teatrale “Nel mare ci sono i coccodrilli”, storia vera di Enaiatollah Akbari e tratto dall’omonimo libro di Fabio Geda, di e con Christian Di Domenico.
Se nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra, qualcuno reclami la tua vita. Il padre di Enaiatollah è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e lui dovrebbe esserne il risarcimento. Ecco perché, quando bussano alla porta di casa, corre a nascondersi. Ma ora sta diventando troppo grande per la buca che sua madre ha scavato vicino alle patate. Così, un giorno, lei gli dice che devono fare un viaggio. Lo accompagna in Pakistan, gli accarezza i capelli, gli fa promettere che diventerà un uomo per bene e lo lascia solo.
Da questo tragico atto di amore hanno inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah Akbari e l’incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando per l’Iran, la Turchia e la Grecia. Un’odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l’ironia né a cancellargli dal volto il suo formidabile sorriso.