«Ho riflettuto molto prima di decidere di rispondere al senatore Claudio Fazzone. Credo però che gli argomenti ed il livore che egli ha utilizzato nella sua interrogazione parlamentare dedicata al Foggia Calcio meritino alcune doverose precisazioni.
Fazzone per occuparsi di una materia che è di stretta competenza della magistratura sportiva ha addirittura utilizzato lo strumento dell’interrogazione parlamentare urgente. Scelta legittima, intendiamoci. Ma che descrive una griglia di priorità quantomeno opinabile. Soprattutto perché è francamente difficile comprendere per quali ragioni il senatore Fazzone intenda rilanciare con tanta foga la tesi del presidente della Virtus Entella, che per chi non lo sapesse è il noto imprenditore Antonio Gozzi. Fazzone è stato eletto nel territorio di Chiavari? A me non risulta. Per cui è davvero singolare che un senatore della Repubblica eletto nel Lazio si concentri, come se non ci fossero questioni più importanti per il Paese sulle quali impegnarsi, del destino di una squadra di calcio della Puglia.
Non so da quanto il senatore Fazzone sia solito seguire questo sport. Mi sentirei di dire da poco, almeno leggendo le sue considerazioni su “chi vince e chi perde”. Vorrei dargli una notizia, poiché dubito che il senatore della Repubblica abbia seguito il campionato di Serie B dello scorso anno: il Foggia Calcio non solo ha guadagnato sul campo la sua salvezza, ma attraverso un girone di ritorno sensazionale ha sfiorato addirittura l’ingresso nei play off per potersi giocare la promozione in Serie A. Dunque, di preciso, di quali vittorie e di quali sconfitte parla a sproposito Fazzone?
Ciò che però mi lascia assolutamente basito è la disinvoltura con la quale il senatore Fazzone ha calpestato decenni di battaglie garantiste portate avanti dal partito in cui milita e nelle cui liste è stato eletto, interpretando il più becero giustizialismo. In Forza Italia ci è stato insegnato, a partire dal presidente Silvio Berlusconi, che un indagato non è un colpevole e che esiste il principio di presunzione di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio. E nel caso che riguarda i vertici della società Foggia Calcio non è neppure cominciato il processo di primo grado. Non mi pare che un atteggiamento di questo genere faccia bene all’immagine di Forza Italia, né credo sia coerente con ciò che abbiamo sostenuto sin dalla nascita del nostro partito. Anche perché, a seguire la tesi del senatore Fazzone, egli stesso per opportunità avrebbe dovuto essere escluso dalle liste di Forza Italia, viste le vicende giudiziarie in cui è rimasto coinvolto personalmente.
È quindi davvero avvilente dover assistere allo spettacolo andato in scena nelle ultime ore. Non è tollerabile che il lavoro che sul territorio ciascun militante e dirigente di Forza Italia compie alacremente tutti i giorni per affermare e far crescere l’entusiasmo ed il consenso attorno al nostro partito, sia poi messo a rischio da un senatore che decide improvvisamente ed inspiegabilmente di occuparsi di faccende che non conosce e che affronta con un approccio distante mille miglia dalla nostra cultura politica. Hanno ragione i suoi colleghi nell’avergli ricordato che sarebbe cosa buona e giusta se la politica si astenesse dal provare a condizionare questioni che sono di stretta competenza della magistratura penale e sportiva. Io, più modestamente, gli suggerisco di dedicarsi a temi un po’ più rilevanti del destino di una squadra di calcio. Se non altro per provare a dare un senso al suo incarico parlamentare».