Considerato che i leoni da tastiera, paladini della verità, rivendicano la stessa, dando ad una persona che tra l’altro non conoscono, “della faccia da chianca che scrive e riscrive puttanate”, questa verità stasera la scriviamo. Anzi, la scrivo. E visto che sempre queste persone, ritengono che io debba dire la mia, trarre le mie considerazioni, su una qualsivoglia vicenda che porto all’attenzione dei lettori, stasera farò anche questo. Su questo mio piccolo spazio personale, su questo mio blog, nella sezione dedicata all’opinione, trarrò ben volentieri le mie considerazioni sui martiri di partito. Chi sono i martiri di partito? Sono elementi sguinzagliati ogni cinque anni, e pronti a sputare fuoco, finendo per restare bruciati. In termini moderni, potremmo chiamarli Kamikaze. Mentre sparano, esplodono.
Bene questo succede nel momento in cui non riescono ad omologarti e a renderti “funzionante” alle loro esigenze. L’immagine allegata a questo articolo ne è la dimostrazione.
Sono due anni oramai che collaboro con diverse testate, ed ogni volta, quando accolgo un’intervista, buona norma vuole, che io riporti ciò che il mio interlocutore dice. Poi, che ciò che dice sia giusto o sbagliato, non sta a me dirlo ma sarà il lettore a trarre le sue considerazioni. E faccio un esempio. Se tizio mi dice che il sole è giallo, io devo scrivere che tizio ha detto che il sole è giallo. Poi se qualcun altro pensa che sia arancione, trae la sua conclusione. Ho usato l’esempio sole, che ai kamikaze piace tanto.
Dunque, ecco cosa fanno i martiri di partito. Muniti di orgoglio per l’averci messo la faccia, offendono e denigrano chi svolge il suo lavoro. Il tutto, non curandosi delle conseguenze che spesso tali offese comportano. Si, conseguenze, perché io ho già provveduto a difendermi, considerato che l’amministratore dello spazio in cui sono stata ingiuriata, non mi ha concesso di replicare, rendendosi anch’egli responsabile della diffamazione perpetrata alla mia persona.
E adesso scendiamo più nei dettagli. Ci sono quelli dei “mi piace”. E quelli dei mi piace, sono gli stessi che di certo non si eccitavano a sentirmi chiamare “scribacchina”, quando con il forte temporale la sottoscritta è stata l’unica a presenziare alla conferenza stampa, in cui si presentavano le 600 circa pagine di esposto alla Procura della Repubblica, in merito ad atti dell’amministrazione Punzi. In quell’occasione, la “scribacchina” è stata brava e ha scritto la verità. Ma la verità sapete qual è? Che il metodo utilizzato per la stesura dell’articolo, è stato lo stesso che ho utilizzato per l’articolo in cui riporto l’intervista al sindaco Punzi. Questo sarebbe l’articolo incriminato, non giornalistico ma di propaganda.
Ma poi pensandoci, detto da chi chiama “mucculone” o “pinocchio” gli altri, senza conoscerne la storia, e poi cancella i commenti, il tutto lascia il tempo che trova.
Ciò che ancora di più mi fa sorridere, è che questi eroi, pronti sulla difensiva con la frase “io ci metto la faccia”, prima ti eliminano dalle amicizie, e poi continuano sulle proprie tristi bacheche a scrivere cose rivolte a te, addirittura dicendo di aver sopravvalutato.
Adesso, terminata la cronaca, scritta in linguaggio più che elementare, affinché gli interessati colgano senza ausilio di parafrasi, passiamo al concetto politico che è quello che da cittadina più mi preoccupa.
Innanzitutto, immensa solidarietà al leader in lista e al leader in consiglio comunale. Persone rispettabilissime, con un livello culturale indiscutibile e con competenze sulle quali non si può discutere. Ecco, a loro va la mia immensa solidarietà per attorniarsi di gente così abietta, che di certo non li eleva ma li sminuisce. Quindi magari, è proprio questo il motivo a monte del mancato “inciucio” politico, non l’imposizione della candidatura a sindaco.
E ora voglio spendere una parola per me personalmente, che per aver riportato le “verità” del vostro leader, ho rischiato, continuo a rischiare, e subisco e ho subito intimidazioni. Per me queste però sono medaglie al valore, e fa parte del gioco. Le vostre di certo medaglie non sono, le chiamerei in un altro modo, ma ve lo lascio immaginare.
Ecco come si fa politica a Montemesola: screditando gli altri sul personale; facendo allusioni; insinuando odio. Se questa è campagna elettorale, non oso immaginare un quinquennio amministrativo. Non oso immaginarlo e non voglio neanche.
E peccato, peccato davvero, perché ci sono persone tra queste, con le quali dialogo spesso (seppur politicamente opposti), con le quali scherzo, e con le quali condivido opinioni. Ecco per queste mi dispiace. E mi dispiace davvero tanto.
In ultimo, un’importante considerazione su chi chiama gli altri “servo”. Servo di certo non sono io o chi mi ha passato le ingiurie. Chi lo ha fatto, lo ha fatto semplicemente per onestà intellettuale; così come io per onestà intellettuale, ho avvisato il vostro leader in lista, e l’altra persona offesa nella discussione. E lo dico qui, senza nascondermi.
E concludendo una promessa ve la faccio. Visto che volete le considerazioni, vi prometto che le avrete. Dopo le vostre verità, avrete modo di leggere anche le mie. A partire da questo momento.
Ps: Non abbiate paura di andare dai Carabinieri o dalla Polizia. L’articolo può essere tranquillamente stampato. Se vi sentite offesi, querelatemi pure, le forze dell’ordine sono professionali, vi accoglieranno nonostante tutto.