Da fonti affidabili viene riportato che, in contesti formali e non, taluni uffici tecnici e componenti politiche della Regione Puglia siano sempre più avvezzi ad abusare del ruolo e della reputazione del Comune di Taranto, specie su temi assai complessi e delicati come quelli del ciclo dei rifiuti.
Non è tollerabile che si affermi con disinvoltura che il Civico Ente sarebbe inerte, per esempio, rispetto al destino del sito Vergine.
Magari perché la Regione non ha, o non vuole, ancora avere chiaro cosa farne e come comunicarlo ai cittadini.
L’Amministrazione di Taranto è obbligata a sottolineare che, con la diligenza del buon padre di famiglia, nelle more di ricevere questi chiarimenti, ha avanzato domanda di finanziamento per la preliminare messa in sicurezza della discarica, come sentito dall’intera comunità. Piuttosto che chiamare improvvidamente il Comune di Taranto sul banco degli imputati, sarebbe serio che la Regione Puglia dicesse pubblicamente quale è il suo progetto per Vergine, a che punto sono le risorse richieste per la bonifica.
E queste argomentazioni erano state già sottoposte la settimana scorsa in una prima audizione a Palazzo di Città all’Avv. Grandaliano, Commissario Ager.
Noi siamo stufi di essere usati sull’Ilva, sui rifiuti, sulla sanità davanti alle telecamere di mezza Europa, salvo essere dimenticati o peggio scavalcati nel momento delle scelte strategiche per il territorio, vedasi la recente gestione del piano per Taranto. Non ripeteremo questo monito al Governatore Emiliano, che avrà il rispetto che chiede se saprà trattare Taranto degnamente, non ai caroselli musicali, ma sui tavoli previsti dalla legge.
Circa il destino di Vergine, se un uso deve esserci, anche solo parziale, il Comune di Taranto chiede di sapere in trasparenza se sia contemplata la gestione pubblica, e se questa possa contribuire, attraverso il coinvolgimento delle nostre società partecipate, finanche con il supporto tecnico di privati, alla definizione di un moderno ciclo chiuso dei rifiuti. Altre traiettorie, ci appaiono oggi poco appropriate.