Questa tragedia non si può più commentare. Quegli operai sono stati lasciati soli e come ANMIL chiediamo l’intervento del Presidente della Repubblica sull’emergenza che vive Taranto. Serve lo Stato qui, uno Stato che torni ad essere amico di questa terra, e serve che sulla grande vertenza che riguarda il futuro di quello stabilimento e della città si torni a parlare di cose possibili, concrete e vere. Lo sciacallaggio che si è consumato sulla pelle degli operai e dei cittadini di Taranto ha di fatto allontanato la soluzione del problema.
Così Emidio Deandri, presidente dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro di Taranto, a commento della morte del giovane operaio dell’appalto ILVA deceduto stamane durante l’operazione del cambio funi al quarto sporgente ILVA del porto di Taranto.
L’ANMIL nella nota inviata alla stampa annuncia anche che sarà pronta a dare assistenza legale alla famiglia e a costituirsi parte civile quando verranno riscontrate le responsabilità penali dell’accaduto.