“La decisione della Commissione Ue puo’ far esultare solo il ministro Calenda, ma non di certo i tarantini. La vendita è subordinata a un’ampia gamma di cessioni in mezza Europa e i tempi si preannunciano lunghi, perché ogni Stato fara’ pressioni per impedire la chiusura del proprio stabilimento.
Tempi che, come sottolinea l’Europa, non devono in nessun modo riguardare le bonifiche. Calenda gioisce, ma forse non ha capito o fa finta di capire: nel suo comunicato, Bruxelles dà uno schiaffo sonoro al governo di cui il ministro fa parte e che continua a cincischiare sul risanamento ambientale, nonostante gli impegni presi più di due anni fa. La salute dei cittadini non è subordinata alla vendita, Bruxelles prenda seri provvedimenti su questo punto. E’ inaccettabile questo gioco al massacro sulla pelle dei tarantini. Noi restiamo della convinzione che l’Ilva vada chiusa e che le risorse per la città siano indirizzate a una grande opera di riconversione industriale, con precisi impegni per il sostegno e la formazione dei lavoratori”. Lo ha detto Rosa D’Amato, eurodeputata del Movimento 5 stelle