40 anni fa le Brigate Rosse rapivano e uccidevano Aldo Moro. In quei giorni, dal 16 marzo al 9 maggio 1978, tutta Italia fu scossa da tensioni contrastanti: sgomento, angoscia, speranza. Come reagì la città di Taranto? Questa la domanda che ha ispirato la mostra “Taranto e il «caso Moro». Materiali per una ricerca”, promossa dall’associazione di public history Fucina 900.
L’allestimento comprende una rassegna di documenti e un video che raccoglie le testimonianze di alcune personalità allora attive in politica, nel sindacato e nei movimenti. La mostra si terrà presso lo spazio sociale Gagarin: verrà inaugurata venerdì 11 maggio, alle 19, e sarà aperta al pubblico fino a lunedì 11 giugno tutti i giorni dalle 17 alle 20, e nei fine settimana anche in mattinata, dalle 10 alle 13.
“Saranno esposte le riproduzioni di articoli di quotidiani locali legati ai 55 giorni della prigionia di Moro, organizzati in più sezioni”, spiega Stefania Castellana, presidente di Fucina 900. “La prima sarà dedicata ai titoli inerenti il periodo della prigionia; la seconda a come viene vissuto il rapimento a Taranto, e presenterà articoli legati sia al dibattito locale che alle iniziative organizzate da politica, sindacati, mondo del lavoro, della scuola, ecc.; una terza sezione tratterà le reazioni locali all’omicidio di Moro; la quarta sezione passa in rassegna le commemorazioni decennali e le iniziative sul territorio provinciale negli anni 1988-1998-2008. Una quinta sezione, intitolata « Io c’ero », assieme ai quotidiani e periodici di quest’anno, si pone come obiettivo la partecipazione collettiva alla mostra attraverso la memoria: viene richiesto a chi visita di lasciare un proprio ricordo di quei giorni, legato alla propria quotidianità”.
“A corredo della mostra verrà proiettato un breve video dal titolo «Un flusso di coscienza» nel quale abbiamo raccolto, attraverso alcune interviste, le testimonianze orali di personalità del territorio che hanno ricoperto un ruolo nella politica, del mondo sindacale e della fabbrica e che, in quei giorni, hanno scelto tra la linea della fermezza e quella della trattativa”.
Le ricerche, l’allestimento e il video sono stati curati da Stefania Castellana, Leonardo Corvace, Rosaria Leonardi e Salvatore Romeo.