A seguito di indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Taranto (titolare del fascicolo il Procuratore Aggiunto dr. Maurizio CARBONE) e condotte da personale della Polizia di Stato, in data odierna è stata data esecuzione ad un’ordinanza applicativa di due misure cautelari personali di custodia cautelare agli arresti domiciliari, disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari (dr.ssa Paola INCALZA) nei confronti di due dipendenti della Sezione di Polizia Stradale di Taranto – già sospesi, in quanto destinatari lo scorso 29.01.2018 di una precedente misura restrittiva –, gravemente indiziati, in concorso tra loro, di concussione.
A seguito dell’esecuzione del precedente provvedimento cautelare, personale della Squadra Mobile, proseguendo le indagini già in precedenza intraprese, ha assunto informazioni da alcuni imprenditori della zona, esercenti l’attività di vendita e trasporto di bevande ed alimenti, nonché di distribuzione di carburanti, acquisendo informazioni tali da aver dato luogo alle sopravvenute contestazioni, costituenti fatto nuovo e diverso rispetto alle violazioni oggetto della precedente ordinanza cautelare.
Più in particolare, si è accertato come i due indagati erano soliti recarsi presso i vari esercenti ed abusando della qualità e dei poteri di appartenenti alla Polizia di Stato, ovvero con la minaccia implicita di procedere a continui e pretestuosi controlli, li costringevano a rifornire loro bevande e prodotti vari, nonché ad erogare loro quantitativi di carburante per le proprie autovetture, senza corrisponderne il prezzo ovvero corrispondendone solo una parte simbolica.
Pur non avendo mai fatto ricorso a violenze o minacce esplicite, attraverso la prospettazione più o meno velata di possibili ripercussioni all’esito di ordinari controlli di polizia, i due costringevano i titolari degli esercizi commerciali a patire la loro condotta prevaricatrice.
Questi ultimi hanno però inteso rivolgersi ugualmente ai colleghi della Questura, riponendo fiducia incondizionata nell’operato del personale della Polizia di Stato e della Magistratura.
Proprio quest’ultima Autorità, sulla scorta delle ulteriori indagini svolte dai poliziotti, ed a dispetto dello stato di incensuratezza dei due indagati, ha dato peso alle dichiarazioni rese dai soggetti vessati, rimarcando soprattutto l’inquietante continuità temporale delle gravi condotte contestate e la sfrontatezza da parte degli stessi indagati nel reiterarle con disinvoltura.
Da qui il ritenuto pericolo non solo di inquinamento probatorio ma anche di reiterazione dei reati della stessa specie che hanno giustificato l’applicazione della misura degli arresti domiciliari.