Come spesso accade fuori tempo massimo, il Comune di Laterza ha sostituito lo “stop della vergogna”. Ora nell’incrocio della tragedia non c’è più quel segnale stradale “fai da te” vecchio di decenni, dallo sfondo completamente sbiancato dalle intemperie e pressoché invisibile, con la scritta “spruzzata” a mano con vernice spray e senza alcuna segnaletica orizzontale o verticale di preavviso prima della pericolosa intersezione: un “lusso”, peraltro, rispetto allo “stop” sul lato opposto della strada, candido come la neve e privo anche della scritta. Parliamo di segnali che costano poche decine di euro, al massimo un centinaio.
In quel tratto di strada l’asfalto resta dissestato e non c’è ancora uno straccio di linea segnata a terra, ma quanto meno adesso, il 29 marzo, è stato installato un cartello degno di tal nome e con lo sfondo rosso sgargiante. Per il piccolo Thomas, di neanche quattro anni, però, per la mamma Anna, di 23, e per la nonna Rosaria, di 58, ormai è troppo tardi.
Tommaso Gallitelli, il sessantunenne di Ginosa che la mattina del 21 marzo scorso guidava la Ford Focus dove hanno perso la vita la moglie, la figlia e il nipotino, dal suo letto di ospedale al Santissima Annunziata di Taranto si sta pian piano riprendendo e ormai è fuori pericolo, ma è un uomo distrutto. Non tanto per i numerosi traumi che anch’egli ha riportato nel devastante impatto con l’autocisterna per il trasporto del latte condotta da P. E., 56 anni, di Gioia del Colle, quanto piuttosto per lo strazio di aver visto cancellata in un’istante la sua famiglia: non ha neppure potuto partecipare ai funerali dei suoi cari, seguiti da una folla oceanica in un giorno di lutto cittadino a Ginosa, per un dramma che ha scosso tutta la Puglia. Per lui la vita si è fermata alle 10 di quel maledetto mattino e il fatto che l’Amministrazione laertina abbia ritenuto finalmente di segnalare meglio quell’incrocio della morte, tra le strade comunali Ninni e Madonna delle Grazie Caione, non fa che acuire i suoi tanti e immensi rimpianti.
L’intervento del Comune rappresenta tuttavia un’implicita ammissione di responsabilità nella dinamica del tragico incidente, sul quale i familiari superstiti di Gallitelli chiedono verità e giustizia per essere assistiti attraverso il consulente di una società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini. La Procura di Taranto ha aperto un fascicolo per omicidio stradale plurimo iscrivendo (per ora) nel registro degli indagati i conducenti della macchina e del camion, ma gli inquirenti hanno acquisito tutti gli elementi anche sullo stato dei luoghi e si auspica che l’indagine possa essere allargata all’accertamento delle condizioni di sicurezza di quella intersezione.
“In vent’anni di esperienza in questo settore abbiamo toccato con mano innumerevoli volte le fatali lacune di alcuni Enti gestori della strade, tra asfalto dissestato, segnaletica carente e mancanza di guardrail che hanno inciso su tante tragedie, ma non c’eravamo mai imbattuti, tanto più in un incrocio così insidioso, in uno stop “invisibile” con la scritta fatta a mano a vernice – osserva il dott. Ermes Trovò. Il codice della strada non vale solo per i suoi utenti: anche la Pubblica Amministrazione è tenuta a rispettarne le norme, anzi dev’essere la prima a farlo, sia per dare il buon esempio sia, soprattutto, per consentire a ogni cittadino di viaggiare con tutti i crismi di sicurezza richiesti, che nel caso specifico paiono completamente disattesi. Sono decedute tre persone, tra cui un bambino di tre anni e mezzo, e un’altra, il nonno, è come se fosse morto con loro: un tributo di sangue e disperazione inaccettabile, una strage del tutto evitabile. Non ci daremo pace anche noi finché non avremo reso giustizia al piccolo Thomas, alla mamma e alla nonna, e non avremo un po’ alleviato il peso del macigno che sta schiacciando Tommaso Gallitelli. Finché non saranno riconosciute tutte le responsabilità di questo dramma immane”.
Dott. Nicola De Rossi