Le pagine di cronaca nazionale nell’ultimo periodo non hanno parlato d’altro. Da un lato l’angoscia per l’allarme terrorismo, dall’altro lato nell’ombra capitolina, qualcuno pensava agli “affari”. Proprio sulla logica dello scandalo di Roma Capitale, che ha angustiato un po’ tutti, arriva una svolta importante della cooperazione protesa verso un percorso di estrema trasparenza. Il Ministero dell’Interno con la Confcooperative e l’associazione generale cooperative italiane, hanno stipulato un accordo in base al quale verranno istituite delle liste presso le prefetture del territorio nazionale, nelle quali potranno iscriversi tutte le cooperative operanti sul territorio, fornendo ogni informazione utile su se stesse, relative sia agli appalti pubblici che ai lavori tra privati che sono in corso.
La novità arriva anche a Taranto, ed è stata resa pubblica ieri mattina presso la Camera di Commercio di Taranto da Carlo Martello, presidente Confcooperative provinciale di Taranto, alla presenza di Antonio Bongiovanni per la Cooperativa “Prisma” e i rappresentanti delle cooperative tarantine “Crescere”, “Airone”, “La Vela”, “DAST” e “Domus”. Questo provvedimento nasce dall’esigenza di contrastare il più possibile qualsiasi infiltrazione criminale all’interno dell’operato delle cooperative, per gestire il tutto in estrema tranquillità e nel pieno rispetto delle regole. Con l’istituzione di questo albo, attivo presso ogni Prefettura, si consentirà alla cooperazione di fornire la massima trasparenza sulle proprie attività. Inoltre, nota importantissima, l’iscrizione all’albo da parte della cooperativa, varrà come certificazione etica innanzitutto, ma anche come elemento sostitutivo al rilascio della certificazione antimafia. Ad oggi, per ottenere tale certificazione, vi sono delle lungaggini e ritardi enormi nei pagamenti, invece la semplice iscrizione all’albo, fornita tutta la documentazione utile, equivale al rilascio di certificazione antimafia, accelerando di conseguenza tutte le procedure per l’ottenimento e le stesse procedure di pagamento che nuocciono molte volte alle cooperative.
Questa iniziativa importantissima vede come principali fautori la Confcooperative, la LegaCoop e l’A.G.C.I. Il tutto avrà una durata di due anni e permetterà di monitorare meglio le attività di ogni cooperativa, per prevenire illegalità e tutelare i lavoratori e la loro sicurezza sul posto di lavoro. Il protocollo è stato studiato in maniera molto dettagliata, infatti l’iscrizione all’apposito albo da parte delle cooperative, prevede che esse forniscano alle prefetture tutti i dati utili inerenti la propria attività, dall’elenco dei fornitori, all’elenco dei clienti, materiali utilizzati, contatti, inventari, insomma, tutto ciò che necessita affinché l’autorità prefettizia possa certificare che queste cooperative sono esenti da infiltrazioni mafiose.
di Elena Ricci (TarantoOggi 28/02/2015)