“Per quanto riguarda le vaccinazioni obbligatorie per i bambini dagli 0 ai 5 anni è inaccettabile che lo Stato abbia scaricato la responsabilità sulle Regioni. Un bambino che frequenta una scuola in Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Toscana o Emilia Romagna e non ha completato l’iter vaccinale ha diritto a finire quest’anno scolastico per via della proroga dei termini, se risiede in Puglia, invece, viene allontanato da scuola a metà anno, a meno che non sia in possesso di un’esenzione e sempre che trovi un medico disposto a dichiararlo”. Così il consigliere del M5S Mario Conca, che sottolinea come il presidente Emiliano e il Direttore del Dipartimento Politiche della Sanità Ruscitti abbiano interpretato in modo difforme dalle altre regioni il Decreto Lorenzin “che tra le altre cose – aggiunge Conca – prevede una rivisitazione dell’obbligo in caso di raggiungimento della soglia del 95% che in Puglia è stata raggiunta”.
“La Regione – incalza il consigliere pentastellato – ha scaricato sui dirigenti scolastici ogni incombenza, compreso il regime sanzionatorio che dovrebbe essere invece in capo ai dipartimenti di prevenzione delle Asl. Tutto questo è paradossale perché in moltissime scuole le classi dell’infanzia e delle elementari sono contigue o addirittura allocate negli stessi corridoi. Al compimento del sesto anno di età, però, basta pagare una multa di 100 euro (che non si sa bene chi dovrà comminare e se mai sarà pagata) per scampare all’obbligo e “magicamente” non essere più contagiosi. I bambini non vaccinati che frequentano le classi elementari, paradossalmente, potranno continuare a non vaccinarsi senza perdere il diritto all’istruzione e a frequentare la scuola dell’obbligo, solo perché nati qualche anno prima. Purtroppo – aggiunge – l’immunodepresso sarà comunque a rischio di contrarre dei virus, ancor più se si considera che le maestre, gli applicati di segreteria, il personale ATA, gli autisti degli scuolabus, le assistenti, e tutte le persone con cui può venire a contatto non devono essere vaccinati a norma di legge. I bambini immunodepressi, per essere al sicuro, non dovrebbero mangiare a mensa con gli altri bambini, socializzare durante la ricreazione, utilizzare lo stesso bagno e la medesima palestra, non dovrebbero andare al cinema, al supermercato e non dovrebbero ricoverarsi in ospedale dove il rischio di condividere la stanza con un bambino non vaccinato è concreto. Sicuramente troveranno medici, infermieri, Oss e ausiliari non vaccinati e dovranno anche fronteggiare le infezioni batteriche nosocomiali che ogni anno fanno più morti del morbillo. Tutto questo – conclude – è semplicemente assurdo”.