Accadono cose sempre più gravi ai vertici dell’Acquedotto Pugliese. Si è passati dapprima dallo schema gestionale basato sulla figura dell’Amministratore unico allo schema del Consiglio di Amministrazione: un C.d.A. composto finora da 3 membri, che – sembra – si intende allargare fra poco a 5.
La Ragione? Maggiore collegialità, si disse all’epoca. Senonchè, i segnali concreti si mossero fin da subito in tutt’altra direzione, e precisamente in direzione di quella classe di imprenditori rampanti che punta alla sostanziale privatizzazione dell’Ente.
Insomma, da un po’ di tempo l’Acquedotto pugliese sta diventando sempre più occasione di prebende politiche, di sfacciato trasformismo e (c’è da temere) di appetiti incoffessabili.
Adesso, le dimissioni di 2 dei 3 componenti del CdA sembrano puntare alla decadenza del terzo componente, Canonico, imprenditore, già grande sostenitore di Emiliano e ora in rotta con lui, già Consigliere regionale dei Moderati e Popolari, poi del PD, passato recentemente a Realtà Italia con Olivieri e Di Rella, e da ultimo – si apprende dalla stampa – sostenitore del M5S alle recenti consultazioni politiche.
Noi di S.I. criticammo da subito la sua nomina nel CdA, perché preludeva a un processo di privatizzazione. Come criticammo il passaggio dal regime dell’Amministratore unico a quello del C.d.A., perdendo peraltro per strada una persona limpida e preparata come il prof. Costantino, già Rettore del Politecnico.
Adesso sembra aprirsi la stagione del C.d.A. a 5, con la Presidenza affidata a Simeone Di Cagno Abbrescia, imprenditore, già Sindaco di Bari ed ex Parlamentare di Forza Italia: non voglio credere che il Presidente Emiliano si spinga a così tanto!
Cosa c’entra tutto questo con la tutela dell’acqua, bene pubblico per eccellenza, e dell’Acquedotto più grande d’Europa?
Cosa aspetta il Presidente Emiliano ad abbandonare un metodo di governo aperto a ogni trasformismo, incurante delle competenze appropriate al governo degli Enti, tutto dedito a utilizzare le Agenzie e gli Enti regionali come premi politici (o punizioni) per gli amici vecchi e nuovi?
Non si accorge che il suo ruolo di predicatore moralista a Roma e di promotore di cattive pratiche a Bari è in declino?
Cambi passo!
Mino Borraccino