Sul momento della squadra
“La squadra ha delle carenze dal punto di vista caratteriale ed è difficile modificarle in corsa. Ma quando si perde lo si fa tutti insieme. Abbiamo costruito la rosa con dei criteri che oggi forse risultano sbagliati. Martina Franca è una piazza particolare e se una squadra non ha carattere paga doppiamente, di questo ne sono convinto. La piega presa purtroppo è questa ed è complicato modificarla: appena si va in difficoltà i giocatori subiscono la pressione. Questa non vuol essere una scusante, ma in settimana li vedo lavorare e vedo che ci mettono il cuore. Nell’ultima settimana poi si sono allenati in condizioni penose. Bisogna constatare che Martina e il Martina non si sono calate in questa categoria”.
Sulle contestazioni dei tifosi
“Forse da tifoso farei la stessa cosa, perchè so cosa si prova a vedere la propria squadra non essere all’altezza. Ma molto probabilmente anche in questo abbiamo sbagliato come società: Martina oggi deve capire che sulla carta non si vince nulla. Non è perchè ti chiami Martina che vinci i campionati, e questo lo abbiamo capito sulle nostre spalle. Anzi molto probabilmente oggi il Martina subisce la tifoseria piuttosto che riceverne un aiuto, e lo dico da tifoso. E’ paradossale ma è così. Ripeto, questa non è una scusante per i calciatori. Ma ricordiamoci sempre che questi sono dei calciatori di Promozione e non sono preparati a gestire certe pressioni. Se li si bacchetta al primo errore vanno in difficoltà, è evidente. Penso obiettivamente che Martina si debba calare in questa categoria. Leggo tanti messaggi che mi fanno male. Noi siamo partiti prendendoci questa responsabilità per mantenere la fiammella del calcio accesa. Se non lo avessimo fatto oggi il Martina non esisterebbe più. E sentir dire che noi mortifichiamo i 70 anni del Martina, fa molto male.
Primo perché le mie tasche ne patiscono in modo molto accentuato. Secondo perchè pensare che questi sforzi finiscono per mortificare le persone che vengono allo stadio, mi fa chiedere perchè lo faccio. Bisognerebbe abbassare un po’ i toni, innanzitutto.
Spesso si guarda al Fasano come esempio. Ma Fasano ha vissuto tanti anni di Promozione e Prima Categoria. Noi a due anni di distanza dalla Lega Pro siamo ancora qui e malgrado tutto siamo vivi in una città morta, e che dal punto di vista sportivo non primeggia in nulla.
Ci si chiede il perchè? Noi siamo costretti ad allenarci in condizioni pietose. Usiamo uno stadio a mezzo servizio e al termine delle partite dobbiamo pure pulirci gli spogliatoi.
Non vogliamo piangerci addosso ma tirare fuori queste cose davvero finirebbe per mortificare la storia di questa città. Per questo credo che i tifosi dovrebbero avere più pazienza e tolleranza, e starci più vicino perchè quelle maglie che scendono in campo sono pur sempre le maglie del Martina”.
Sul campionato
Oggi la squadra ha avuto un confronto interno nello spogliatoio. In questo momento è bene che si stemperino gli animi. Ci prendiamo le nostre responsabilità; abbiamo sbagliato qualcosa nella costruzione della squadra. Ci dicono che siamo inesperti. Forse è vero. Siamo persone del fare, e solo chi fa a volte sbaglia. Andiamo avanti e finchè la classifica non ci condannerà continueremo a lottare. Apprezzeremo chi vorrà starci affianco e rispetteremo chi deciderà che il Martina non merita attenzione”.
Sulla Juniores
“Antonio D’Onghia si è dimostrato un uomo di notevole spessore. Il gruppo è stato costruito 10 giorni prima dell’inizio del campionato perchè non avevamo settore giovanile. I ragazzi hanno mostrato dei miglioramenti partita dopo partita e se il campionato cominciasse oggi, sono convinto che saremmo alla pari di una squadra come i Ragazzi Sprint Crispiano che gioca insieme da anni. Per noi questo è un bel risultato. Antonio e Giuseppe Romanelli hanno lavorato davvero bene ed è bello vedere tanti ragazzi martinesi giocare, anche se mi duole dirlo, su uno pseudo-campo di calcio. Se l’amministrazione comunale desse la possibilità a questi ragazzi di crescere in un ambito più dignitoso, forse ne uscirebbe anche qualcosa di positivo”.
Su Angelo Giacobelli, il giovane tifoso biancoazzurro scomparso prematuramente domenica scorsa.
“E’ per i ragazzi come lui che abbiamo cominciato. Non siamo gente facoltosa, siamo gente innamorata del calcio e del Martina. Il calcio è socialità, è condivisione, è un motivo per stare insieme. Da questo punto di vista il calcio è più importante di tante altre cose. E’ per i ragazzi come Angelo che il Martina deve continuare ad esistere”.
Sulla partita di domenica prossima contro l’Ordona
“I veri tifosi si vedono nei momenti difficili. Inutile dire che non siamo di questa categoria. Noi siamo di questa categoria. Ringrazio i tifosi per il supporto che danno durante la partita: se questo dodicesimo uomo ci da il supporto come ha sempre fatto credo che di partite difficili possiamo ancora vincerne. Chiedo personalmente a tutti i tifosi di lasciare fuori le polemiche. Spero che allo stadio vengano solo persone che sentono di poter dare supporto a questi ragazzi. Non siamo più in Lega Pro; tutti ambiamo a tornarci, ma oggi il Martina è qui e la città non può dare di più di questo. Gli imprenditori hanno interessi che vengono prima del calcio e devono portare avanti le loro aziende. Per questo dico che siamo dei matti a togliere denaro alle nostre famiglie per permettere al Martina di continuare ad esistere”.
Un ringraziamento particolare
“Vorrei ringraziare personalmente Gianfranco Chiarelli perchè ci ha dato una bella mano, dimostrando anche quest’anno di tenerci alla squadra. Lo faccio solo oggi perchè volevo evitare strumentalizzazioni”.