Sinistra Italiana/Liberi e Uguali avanza al Governo e alla Regione Puglia la richiesta esplicita di risolvere urgentemente i tanti conflitti che ruotano intorno alla vicenda ILVA di Taranto.
Non è più il tempo delle contrapposizioni sterili e controproducenti a danno dei cittadini tarantini che rischiano di essere gli unici a pagare il conto di questi conflitti, ma è necessario che tutti i soggetti istituzionali coinvolti (Governo, Regione Puglia e Comune di Taranto) agiscano nel rispetto del principio costituzionale di leale collaborazione per fare in modo che si possa coniugare la tutela dell’ambiente e della salute della collettività con il diritto al lavoro.
Sulla base di questo convincimento abbiamo sempre considerato sbagliato, e continuiamo a pensarlo, il ricorso presentato dalla Regione Puglia e dal Comune di Taranto contro il DPCM varato dal Governo, e per questo abbiamo anche presentato un apposito ordine del giorno in Consiglio Regionale per chiedere formalmente (oltre al rispetto delle leggi regionali varate in tema ambientale ai tempi del Governo Vendola) il suo ritiro che, purtroppo, è stato troppo frettolosamente bocciato.
Sotto altro profilo, però, abbiamo guardato con molto favore all’iniziativa assunta dalla Regione per modificare la bozza del protocollo di intesa inviata dal Governo, al fine di giungere ad un più strutturato accordo di programma che contenga maggiori garanzie sul fronte della tutela della salute, della valutazione del danno sanitario e della tutela dei livelli occupazionali, come noi di Sinistra Italiana/Liberi e Uguali avevamo proposto.
Purtroppo, però, la risposta del Governo centrale è stata di totale chiusura e la giusta iniziativa assunta dalla Regione Puglia è stata di fatto bocciata, con argomentazioni formalistiche e trincerandosi dietro un burocratese vacuo che non consente di cogliere appieno la straordinaria delicatezza e complessità di questa vicenda.
Eppure, in ben due articolate note trasmesse il 22 e il 24 gennaio dal Direttore del Dipartimento “Qualità urbana ed Ecologia” della Regione Puglia, ing. Barbara Valenzano al Ministero dell’Ambiente, emergeva con chiarezza e con dovizia di particolari tecnici che, contrariamente a quanto asserito dal Ministro dell’Ambiente, on. Gian Luca Galletti, la qualità dell’aria di Taranto sia tutt’altro che “nella norma” e che sussiste indiscutibilmente una situazione di contaminazione ambientale da microinquinanti organici tale da rendere necessaria l’attuazione di misure precauzionali finalizzate a tutelare la salute dei cittadini.
Sotto altro profilo, dalla relazione dell’Ing. Valenzano emerge che il Rapporto di Valutazione del Danno Sanitario redatto dalle Agenzie regionali riporta conclusioni diverse rispetto a quelle semplicisticamente raggiunte dal Ministero, dal momento che nelle conclusioni del suddetto Rapporto si legge con chiarezza che la lettura dei dati porta a ritenere che “esista una relazione di causa-effetto tra emissioni industriali e danno sanitario nell’area di Taranto”. Il quadro, pertanto, è ben diverso rispetto a quello rassicurante che il Ministero ha voluto restituire.
Per questo, dinnanzi a questa situazione, non è più tempo che si scontrino gli apparati burocratici, è tempo che scenda in campo la politica, altrimenti il rischio concreto è che il banco salti davvero, con danni incalcolabili per la città di Taranto e per tutta la Puglia. E questo proprio nei giorni in cui, finalmente, inizia l’iter per copertura dei parchi minerari dell’Ilva che rappresentano una minaccia costante per la salute dei cittadini e generano infinti problemi nei cosiddetti “wind day”.
Alla luce di tutto questo, preoccupati per quanto potrebbe accadere, auspichiamo che il Presidente della Regione, Michele Emiliano, il sindaco della Città di Taranto, Rinaldo Melucci e al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, facciano prevalere il buonsenso e la ripresa immediata del dialogo tra le parti, trovando punti di convergenza possibili che garantiscano i principi basilari da cui non si può derogare: ambiente, salute e lavoro.
Mi rendo conto che la campagna elettorale in corso non aiuta certamente questo processo dal momento che tutti i soggetti in campo sono indotti a esasperare le posizioni per ragioni di parte, e proprio per questo ritengo giusto che a proporre un disarmo in questa assurda guerra di posizione sia il sottoscritto, non avendo alcun interesse di natura personale nell’imminente appuntamento con le urne.
Proseguire in questa conflittualità permanente, infatti, non farà altro che aggravare la situazione con la conseguenza che ad essere davvero danneggiati, alla fine, saranno i cittadini. E, questa, è l’ultima cosa che deve accadere altrimenti le responsabilità gigantesche di questo storico fallimento ricadranno, in parti uguali, su tutti coloro che lo avranno prodotto. C’è ancora tempo per evitare questo disastro.
Mino Borraccino