I Ministri interessati hanno perduto l’ennesima opportunità di coinvolgere costruttivamente il Comune di Taranto e la comunità ionica in una vera e propria negoziazione dei grandi temi di interesse intorno alla vicenda Ilva.
Hanno preferito ancora una volta la strada del dileggio e del disprezzo di tutte le nostre istanze, trincerandosi dietro ad una valanga di formalismi, che nulla hanno a che vedere con la salute, l’ambiente e il lavoro.
Acquisiamo anche il dato che i Ministri, in carica ancora per qualche settimana, vogliano interagire con il territorio solo a mezzo di missive col vantaggio indubbio di conoscere le vere carte del piano industriale e del contratto di aggiudicazione; il resto sono sofismi.
È, inoltre, talmente evidente il totale disinteresse per il merito della vicenda, è talmente smaccata la chiave di lettura unicamente elettorale e speculativa della questione Ilva sulla pelle di Taranto, che non hanno avuto neanche il pudore di risponderci prima della chiusura delle liste, hanno atteso il closing. La paura che una posizione così offensiva potesse turbare la caccia ai seggi era troppo grande perché si potesse discutere in modo oggettivo e sinceramente interessato della salute dei tarantini e del destino dei lavoratori.
Anche il Viceministro Bellanova non perde occasione di offendere questa città, sempre con un tempismo tragicomico, a lei devo purtroppo chiedere di non dirci quali siano o non siano gli argomenti da trattare in questo mese. Perché, al contrario suo, io non sono in campagna elettorale e qui a Taranto l’Ilva non è un tema da sfoderare su di un manifesto elettorale. L’Ilva qui da noi è presenza ingombrante e costante. Bene ha fatto il segretario Renzi a evitarle il collegio di Taranto, piuttosto.
Chiediamo, poi, alla Regione Puglia che metta finalmente ordine tra i propri organismi che hanno un ruolo nella vertenza, per stemperare nuove strumentalizzazioni da parte di questo Governo ormai agli sgoccioli.
L’impressione è che i Ministri firmatari della lettera – inoltrata nella tarda serata di ieri, solo dopo averla consegnata ai tg nazionali – vogliano allontanare ogni ipotesi di accordo, vogliano mettere gli enti locali nella difficile condizione politica di non poter arretrare, in ultima istanza vogliano solo individuare davanti all’opinione pubblica un capro espiatorio per il fallimento ormai prevedibile di una aggiudicazione al limite delle leggi e dell’etica.
Ora studieremo con i nostri tecnici e consulenti il da farsi, ma oggi è davvero complicato immaginare un percorso che si allontani dalle aule della giustizia nazionale e comunitaria.
Probabilmente, questi Ministri hanno voluto segnalare ai tarantini che non sono più, da questo momento, i nostri interlocutori. Ormai è evidente che la gestione fallimentare di questa vertenza epocale può essere superata solo dall’intervento diretto del Capo dello Stato. Ed è a lui che da Sindaco di Taranto affido le sorti della città.