Nel settembre 2016 affrontammo pubblicamente il tema dell’accessibilità del museo MArTA; oggi ci ritroviamo a leggere sulla pagina Facebook del museo archeologico tarantino, un appello a trovare attraverso i commenti sotto al post dedicato, un nome per la mascotte delle attività didattiche rivolte ai disabili.
Questa idea lanciata dal museo MArTA va esattamente nella direzione inversa rispetto al l’inclusione sociale e, creare momenti, spazi ed attività rivolte esclusivamente alle persone disabili impedisce di fatto la loro inclusione ed integrazione con il resto delle persone che attraversano lo spazio museale.
Quando parliamo di accessibilità e inclusione sociale, parliamo di un’organizzazione globale di spazi e attività che siano realmente alla portata di tutte e tutti, ossia non portino con sé barriere di tipo economico, spaziale e sensoriale.
La scelta di un’iconografia ad hoc per le attività dei disabili inoltre è fortemente stigmatizzante poiché, come si invita attraverso le parole stesse dell’appello “il nome dovrà essere rappresentativo delle persone con disabilità”, riporta al cercare un carattere di minorazione anche attraverso l’immagine!
Ci auguriamo infine che la scelta della talpa sia ben lontana dalla frase stereotipata “sei cieco come una talpa”.
Dimostratosi spesso lontano dalla città e dalle/dagli abitanti, con questo appello il MArTA si dimostra ancora una volta nella sua veste di “azienda” con campagne comunicative errate.
Il museo è un luogo vivo della città, che non deve escludere ma includere, un patrimonio storico ed umano che rivive attraverso le persone che possono attraversarlo.