Un miraggio i servizi sanitari pubblici in Puglia. I Centri risvegli, delicate strutture riabilitative di alto livello assistenziale, sulla via del completo affidamento ai privati. E’ il caso del Centro risvegli di Ceglie Messapica per il quale come Sinistra Italiana avevamo anche predisposto un emendamento inserito nel Piano di riordino ospedaliero, affinché venisse realizzato presso il presidio ospedaliero pubblico di Ceglie Messapica, ormai chiuso da diversi anni, piuttosto che presso il plesso locale privato del “San Raffaele”, e fosse gestito direttamente dalla ASL competente, quindi con una gestione pubblica e non privata. Ma evidentemente questa opzione pubblica non andava bene dal primo momento, infatti si sta procedendo verso l’affidamento ai privati, con la gara di appalto che verrà indetta presumibilmente a febbraio prossimo. Quattro tipologie di moduli socio-sanitari e 45 posti letto per il recupero e la riabilitazione, per un grande Centro risvegli che dovrebbe coprire le esigenze di alto livello assistenziale delle province di Brindisi, Lecce e Taranto, nelle mani di privati, con tutto ciò che comporta questo tipo di gestione che non garantisce il diritto alla salute per tutti i cittadini, ma favorisce evidentemente gruppi privati, davvero incredibile.
Sinistra Italiana/Liberi E Uguali conferma la propria linea in favore dell’assistenza pubblica per tutti, ed è completamente contraria agli ulteriori accreditamenti ai privati che in Puglia gestiscono, nel settore socio-sanitario, già una fetta di 840 milioni di euro, che potrebbe ulteriormente “irrobustirsi” con l’accreditamento di eventuali altri 200 posti letto,per le strutture dei Centri risveglio di Ceglie Messapica,Canosa e Triggiano, con altri 35 milioni di euro.
Non vogliamo assistere all’affidamento ai privati del Centro risvegli di Ceglie Messapica, come per quelli di Canosa e di Triggiano. Attendiamo il Consiglio monotematico sulla Sanità del 9 gennaio prossimo per continuare a discutere delle tante problematiche che attanagliano la Sanità in Puglia, giunta oramai allo sbando.