Noi cittadini vogliamo lanciare un appello a sostegno del ricorso al TAR presentato dal Comune di Taranto e dalla Regione Puglia contro l’ultimo decreto ILVA del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM).
Il nostro è un appello civico privo di ogni coloritura politica. Mira solo a contrastare l’inaudito tentativo del Governo di espropriare i cittadini dei più elementari diritti e di smantellare le più elementari tutele per la salute e l’ambiente. Tutto sarà lecito perché è entrato in vigore uno scudo penale per Arcelor Mittal.
Il Governo infatti vuole sospendere di fatto a Taranto lo stato di diritto
- garantendo l’immunità penale ad Arcelor Mittal fino al 2023;
- mantenendo segreto il Contratto di cessione ad Arcelor Mittal;
- mantenendo segreto il piano industriale per ILVA;
- legiferando contra legem in violazione delle norme europee e dello stesso Codice dell’ambiente;
- evitando di sottoporre ad una verifica di legalità il proprio DPCM ILVA, dopo aver legiferato contra legem;
- contestando al Comune e alla Regione il diritto di esercitare le loro residuali prerogative, già molto limitate dopo i decreti Salva-Ilva.
In tal modo il Governo toglie ogni garanzia per i cittadini e i lavoratori. Ad Arcelor Mittal viene consegnata una città priva di tutele, garantendo un trattamento di massimo favore. Quella che si profila è un’operazione dalle caratteristiche neocoloniali in cui il Governo si inchina alla più grande multinazionale mondiale dell’acciaio. Il Governo spoglia la città di Taranto dalle tutele più elementari e la trasforma in una zona franca dove si possa produrre senza il rischio di un intervento della magistratura e senza l’interferenza degli enti locali.
Il Governo garantisce ad Arcelor Mittal un trattamento di favore che calpesta i diritti costituzionali dei cittadini. Ricordiamo che la Corte Costituzionale aveva consentito l’uso degli impianti dell’area a caldo dell’ILVA (sottoposti ancora oggi a sequestro penale) a condizione che venisse eseguita la messa a norma di tutti gli impianti entro il 2015. Adesso invece la messa a norma di tutti gli impianti viene spostata al 2023 e nel frattempo ai gestori viene garantita l’immunità penale.
Tutto questo è inaccettabile.
Ecco perché sosteniamo il ricorso al TAR del Comune e della Regione.
E invitiamo tutti a farlo, anche perché non siamo di fronte a un braccio di ferro fra due fazioni politiche che litigano in modo irragionevole. Siamo invece di fronte a un braccio di ferro fra i cittadini di Taranto da una parte e un Governo che vuole sospendere i loro diritti, mettendo per di più la museruola alla magistratura. Siamo inoltre convinti che questo braccio di ferro non riguardi solo i cittadini di Taranto. Riguarda la democrazia. Sospendendo la tutela dei diritti in una città devastata da un disastro ambientale, il Governo ferisce la democrazia e sfregia la Costituzione. Di fronte a un simile inaudito attacco crediamo debba mobilitarsi l’intera comunità nazionale e chiunque abbia a cuore la democrazia e la Costituzione, qualunque sia la propria città, qualunque sia il proprio credo politico, qualunque sia la propria collocazione sociale.
Ecco perché vogliamo organizzare una raccolta di firme sotto questo appello.
https://www.peacelink.it/ecologia/a/44943.html