Crediamo sia arrivato il tempo del rigore e dell’equilibrio, perché la posta in gioco non è il grado di visibilità, o il prestigio di certa politica o certo sindacato, ma il futuro di una intera generazione di lavoratori e cittadini della nostra terra. Pertanto apprezziamo lo sforzo del Sindaco Melucci di voler continuare a tenere un clima di dialogo con tutte le parti sociali e istituzionali coinvolte e ci auguriamo che all’invito del Premier Gentiloni a ritirare i ricorsi al TAR faccia seguito una assunzione di responsabilità da parte di tutti.
Alle dichiarazioni del Governatore della Puglia, sulla presunta non rappresentatività delle organizzazioni sindacali all’interno di quella fabbrica ha già risposto il segretario regionale della CGIL, diffondendo i dati relativi alle ultime elezioni per il rinnovo delle RSU.
Da uomo di legge al presidente della Regione non sfuggirà neanche il ruolo svolto dal sindacato negli anni in cui di ambiente, lavoro e sicurezza erano in pochi a parlare. Atti e sentenze che saremo ben lieti di consegnare nelle mani del Governatore quando avremo occasione di incontrarlo e su cui si incardina molta parte della la storia recente della vertenza ambientale e epidemiologica legata allo stabilimento siderurgico tarantino.
Di fronte ad una vicenda complessa ci piace argomentare non dimenticando la complessità delle problematiche in campo, da quelle del lavoro, a quelle della tutela del nostro ecosistema passando per il non differibile per noi rapporto stretto con la salute dei cittadini dell’area SIN.
A chi ci usa per alimentare questo o quello scontro politico rispondiamo con lo stesso equilibrio del sindaco dimostrato in queste ultime ore: si dialoghi, se possibile nel merito, e proponendo soluzioni possibili.
La complicata vertenza Ilva non può e non deve essere rinchiusa nel recinto dei favorevoli e contrari ad un ricorso al Tar e tantomeno può diventare un elemento di scontro politico che rischia di impedire un confronto di merito sui temi ambientali e sanitari, rispetto ai quali la Regione e il Comune, è opportuno ricordarlo, hanno una responsabilità diretta.
La Cgil e la Fiom hanno chiesto in più occasioni di aprire un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati per far applicare le linee guida per la VIIAS, approvate all’unanimità il 22 aprile del 2015, all’interno del DPCM del 29 settembre 2017. Tali linee guida prevedono infatti che il gestore debba dimostrare l’assenza di un impatto sanitario dovuto all’esercizio dell’impianto nelle pregresse condizioni di autorizzazione e produrre una valutazione predittiva rispetto alle emissioni per cui chiede l’autorizzazione sulla base delle nuove BAT. In particolare, per impianti già sottoposti ad una valutazione di impatto ambientale, il gestore presenterà i risultati di monitoraggio VIIAS in sede di autorizzazione o rinnovo della stessa. Applicare tali linee guida è quindi per Taranto un prerequisito irrinunciabile in quanto solo l’attenta considerazione preventiva del danno sanitario residuo eviterà il ripetersi del disastro che stiamo vivendo aTaranto.
Al tavolo riaperto dal Ministero dello Sviluppo Economico e Mittal si discuta dunque di questo e si conduca una battaglia di merito che porti ai risultati previsti e su cui Taranto e i tarantini sono stanchi di dover attendere risposte.