Mentre parliamo di piano industriale e piano ambientale nei diversi incontri avuti al
Ministero dello Sviluppo Economico per il Gruppo Ilva, una categoria di Lavoratori, a
margine di tutto, paga il conto di tasca propria: i Lavoratori dell’indotto.
In data 30 novembre la UGL ha inviato richiesta ai commissari del Gruppo Ilva per avere
chiarimenti sui mancati pagamenti a favore delle aziende operanti nell’indotto del
gruppo, a seguito della quale abbiamo ricevuto esclusivamente silenzio.
In data 5 dicembre chiedevamo alla Semat Engineering di incontrare tutta la RSU per
condividere il percorso da intraprendere e ricevere chiarimenti in merito a quanto
richiesto dalla UGL ai commissari, incontro mai avvenuto.
In data 13 dicembre i responsabili Semat Engineering comunicano, come sospettavamo,
che sicuramente la tredicesima non verrà retribuita ai Lavoratori, e non sappiamo cosa
accadrà per lo stipendio. Ovviamente Semat Engineering non dovrebbe discutere di
mancata tredicesima in quanto non dipende dagli acconti che i commissari inviano per il
lavoro effettuato, ma di una cifra contrattuale che matura mensilmente, ma possiamo
capirne le difficoltà a seguito dei mancati pagamenti per il servizio dato.
Quanto suddetto è la dimostrazione che nonostante i Commissari parlino di miliardi di
investimento, non hanno nessuna intenzione di pagare correttamente quanto dovuto alle
aziende appaltatrici, ma dilazionano il denaro a loro disposizioni a loro piacimento in
tutte le aziende presenti nell’indotto.
Purtroppo gli unici a pagarne le conseguenze sono i Lavoratori, perché l’azienda in crisi a
causa dei mancati pagamenti nelle date contrattualizzate, riversano il ritardo ricevuto sui
Lavoratori, gli unici che ne subiscono le conseguenze.
I Lavoratori devono essere retribuiti nel rispetto delle norme e delle tempistiche
contrattuali, approfittarsi dell’indotto è una ingiustizia, soprattutto se a fronte delle
richieste per ricevere dei chiarimenti, riceviamo il disinteresse totale.
Ci riserviamo pertanto di intraprendere azioni di lotta nei confronti di questo sistema che
penalizza i colleghi dell’indotto, ai quali si prospetta un periodo natalizio di sacrificio
ingiusto per le loro famiglie.