Nell’ultima seduta del Consiglio comunale, quella in cui abbiamo deliberato finalmente il Distretto Urbano del Commercio, sono stati approvati anche i nuovi Statuti di AMIU e AMAT.
Secondo l’assessore alle aziende partecipate, Massimiliano Motolese, si è trattato di un atto dovuto per ottemperare all’obbligo – termine ultimo il 30 novembre – di adeguarli alla disposizioni della cosiddetta Riforma Madia “mettendo così in sicurezza AMIU e AMAT”.
Quale consigliere comunale del movimento politico La Scelta nell’occasione avevo presentato otto emendamenti per inserire, negli statuti di AMAT e AMIU, modifiche tese a interpretare in modo più autentico lo spirito delle norme del D.Lgs n. 175 del 19/08/2016, ovvero la Riforma Madia.
Queste erano tese a introdurre, nella governance delle due aziende partecipate comunali, modelli di governo societario che, in parte, le imprese “private” hanno già sperimentato positivamente.
Mi riferisco, in particolare, alla predisposizione di regolamenti interni in tema di concorrenza, di codici di condotta e altro, prevedendo nei due statuti anche l’obbligo per l’Organo di Amministrazione di motivare, attraverso apposita relazione sulla gestione, le eventuali ragioni per cui questi suggerimenti non fossero stati recepiti.
I miei emendamenti prevedevano anche che l’Organo di Amministrazione dovesse rendere conto annualmente dell’adeguatezza dei codici di condotta adottati nei riguardi dei consumatori, di utenti, di dipendenti e di collaboratori, nonché di altri portatori di legittimi interessi coinvolti nell’attività della società.
Soprattutto introducevano la possibilità che l’Organo di Amministrazione delle due società in house potesse essere un “Amministratore unico”, invece che un Consiglio di Amministrazione composto da tre o cinque soggetti, ciò al solo fine di rendere più efficiente e incisiva la governance, nonché per risparmiare sui costi di emolumenti e gettoni di presenza.
In occasione del suddetto Consiglio comunale, dopo essermi complimentata con il lavoro svolto dall’Assessore Motolese nella redazione delle bozze, ho presentato i miei emendamenti ricevendo parole di condivisione da parte di molti consiglieri e il vivo apprezzamento dello stesso rappresentante della Giunta.
Con spirito di responsabilità istituzionale ho altresì deciso di ritirarli, per evitare che l’eccessivo prolungarsi della loro discussione potesse impedire all’Amministrazione comunale di ottemperare allo stringente termine imposto della Riforma Madia.
Ho voluto così evitare che i miei emendamenti, improntati al solo spirito di efficientamento della macchina amministrativa comunale, divenissero terreno di uno sterile scontro politico che nulla ha a che fare con il bene della comunità che siamo chiamati ad amministrare.
Prima di ritirarli però ho proposto di poter riportare successivamente i due Statuti in Commissione comunale per poter, con i tempi e i modi necessari, discutere costruttivamente con i consiglieri le modifiche contenute nei miei emendamenti, proposta condivisa dall’Assessore Motolese che ha offerto la sua piena disponibilità in tal senso.
Ritengo, infatti, che le Commissioni comunali siano il luogo deputato a esaminare, seriamente e pacatamente, problematiche come questa, senza posizioni preconcette, ma anzi, laddove possibile, cercando una ampia condivisione anche con le minoranze.