Dopo le tante rassicurazioni del ministro Calenda e della vice Ministro Bellanova, da Bruxelles giungono oggi clausole durissime e al contempo prevedibilissime: l’uscita del gruppo siderurgico Marcegaglia dal consorzio Am InvestCo come conditio sine qua non per la cessione dello stabilimento siderurgico di Taranto e la richiesta al colosso Arcelor Mittal, socio principale di Am InvestCo, di cessione dell’impianto di Piombino.
Siamo ormai al paradosso. Anni spesi a parlare, promettere, ad approvare decreti salva Ilva per ottenere cosa? Che l’acciaieria più grande d’Europa, e con essa i tanti lavoratori preoccupati per il loro futuro, è oggi costretta a pagare un prezzo salatissimo per l’inconsistenza delle politiche portate avanti in questi anni dal Pd e la totale assenza di una vera politica industriale coerente e utile al paese.
Insomma, è fin troppo evidente che i cocci che oggi siamo costretti a raccogliere sono solo l’ultimo disastro cui Renzi e la sua banda di dilettanti alla sbaraglio ci hanno abituati. Con buona pace dei tarantini che dopo decenni di lotte e discussioni non riescono a vedere garantito il loro sacrosanto diritto alla salute, all’ambiente, al lavoro e allo sviluppo. Quanto prima libera il campo e va a casa questo governo meglio è per tutti.
Bari, 21 novembre 2017 Ernesto Abaterusso
Presidente Gruppo consiliare Articolo 1 – MDP
Regione Puglia