“Il governo italiano non ha più scuse. Gli agricoltori tarantini che operano nelle isole amministrative possono accedere ai finanziamenti previsti per le zone rurali nell’ambito del PSR Puglia. Il problema, come ci ha confermato il commissario Ue all’Agricoltura, Phil Hogan, rispondendo a una mia interrogazione, è che le autorità italiane avrebbero dovuto inviare una revisione dell’accordo di partenariato, ma non lo hanno fatto. Si tratta chiaramente di un’ingiustizia, di cui il governo è direttamente responsabile. Lo pensa anche Bruxelles, che è favorevole alla revisione dell’accordo. Daremo battaglia in tutte le sedi perché si ponga fine a questa situazione che colpisce aziende e imprenditori tarantini”. Lo dice l’eurodeputata del MoVimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, in merito alla risposta ricevuta dalla Commissione europea a una sua interrogazione in cui denunciava le anomalie delle isole amministrative di Taranto. “Tali aree – dice l’europarlamenta tarantina – per una mera classificazione amministrativa, rientrano nel polo urbano di Taranto, ma sono situate a distanza di diversi chilometri, anche senza continuità territoriale. Numerose aziende e imprenditori agricoli risultano danneggiati da questa classificazione che, di fatto, impedisce loro di poter accedere ai fondi del PSR Puglia”, ossia il programma Ue per lo sviluppo dell’agricoltura.
La risposta del commissario Ue Hogan è stata chiara: “I servizi della Commissione sono consapevoli di questo problema – si legge nella risposta all’interrogazione di D’Amato – ma non hanno ricevuto nessuna proposta di revisione dell’accordo di partenariato italiano riguardante il riesame della definizione delle zone rurali. Ciò consentirebbe alle isole amministrative di Taranto di avere accesso ai finanziamenti relativi alla priorità 6 nonché alle misure specifiche per le zone rurali previste dal PSR Puglia 2014/2020”.
Ma la beffa non finisce qui. Nella sua interrogazione, l’eurodeputata M5S chiedeva anche chiarimenti sulla possibilità, per gli agricoltori tarantini, di accedere ai premi di priorità previsti per le aree, come quella in questione, ad alta incidenza ambientale: “Il regolamento sullo sviluppo rurale – dice la Commissione – prevede un aumento dell’importo massimo o dell’aliquota di sostegno massima degli investimenti in immobilizzazioni materiali nel settore agricolo e nella trasformazione e commercializzazione, così come degli investimenti collegati ad azioni di cui agli articoli 28 e 29 (sostegno agro-climatico-ambientale e agricoltura biologica). Inoltre, nella definizione dei criteri di selezione degli interventi (articolo 49 del suddetto regolamento), le autorità di gestione potrebbero dare la priorità a zone che presentano problematiche ambientali specifiche”.
In altre parole, conclude D’Amato, “spetta ancora una volta al governo agire. Il settore agricolo tarantino è palesemente vittima di una doppia ingiustizia amministrativa. Alla quale va posta subito fine”.